Dall'ex consigliere comunale Alessandro La Verghetta riceviamo e pubblichiamo.
Summus ius, summa iniuria.
La locuzione latina di Cicerone è il primo pensiero che mi viene in mente leggendo l’elenco degli scrutatori sorteggiati a Vasto per la prossima tornata elettorale. Ormai da tempo invito la politica a scegliere tali figure tra i disoccupati. In verità ci sono delle problematiche formali e delle normative da rispettare, ma compito precipuo della buona politica non è fare il bene della propria comunità ?
A me pare ovvio che la scelta sia ricaduta sul sorteggio per togliere la possibilità all’uomo di errare. E’ vero che così facendo si è abolito di fatto il mercimonio degli anni passati, ma il risultato è che all’interno delle liste troviamo persone non domiciliate a Vasto, lavoratori subordinati ed imprenditori. Programmando per tempo, una soluzione potrebbe essere quella di indire un avviso per la formazione entro novembre ( solita finestra per iscriversi nelle apposite liste) del nuovo albo-elenco degli scrutatori in modo da avere una lista aggiornata di solo coloro che danno la loro disponibilità . Inoltre si potrebbe pensare di accompagnare la domanda con un’autocertificazione sullo status del proprio nucleo familiare ( inoccupato, disoccupato, lavoratore, reddito, carico familiare). Una volta chiusa la sessione si appronterebbero due elenchi, uno generico ed uno in base ad una graduatoria di bisogno. A quel punto in maniera del tutto legale la politica potrebbe scegliere i primi 176 per le regionali, i secondi 176 per le provinciali e così via dicendo. Correttivi agli elenchi possono essere fatti durante la finestra di novembre e magari pensare di aprirne una seconda a marzo.
La soluzione è percorribile solo ove la politica si assumesse la responsabilità di scegliere la via dell’equità ; probabilmente solo nel mondo delle idee. Nella realtà , dopo l’aggiornamento dei dati Istat del censimento concluso da poco, sarebbe opportuno provvedere ad un adeguamento dell’elenco e chiedere almeno un’autocertificazione al momento della designazione, al fine di preferire i disoccupati ed in genere i più bisognosi.