Di certo non c’è niente, ma l’auspicio di tutti - dopo lo stato d'emergenza dichiarato dalla giunta regionale - è che in queste ore vengano apposte le firme necessarie per il ripristino della potabilizzazione delle acque del fiume Trigno.
I precedenti tira e molla hanno dimostrato la delicatezza della situazione e il vertice di ieri in Prefettura a Chieti ne è l’ulteriore prova. Quasi tre ore di riunione con i vari attori della vicenda che si sono concluse con un sostanziale nulla di fatto. Erano presenti i primi cittadini di San Salvo – in rappresentanza anche di Vasto – e Montenero di Bisaccia e i vari enti competenti in materia idrica. Tra questi c’erano i rappresentanti del Sian – il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione della Asl – ai quali spetta l’ultima parola per il via libera definitivo che non è arrivato.
Tale via libera emergerebbe solo a livello informale – dopo i risultati degli ultimi prelievi giudicati incoraggianti –, non suggellato da nessuna firma. Il prefetto di Chieti, Fulvio Rocco De Marinis, è cauto e non si sbilancia: «Purtroppo non c’è l’ok della Asl. Ci potrebbero essere sviluppi nelle prossime ore».
Intanto permangono i disagi per le zone colpite dall’emergenza idrica, come denunciato ieri a Chieti da Tiziana Magnacca e Nicola Travaglini, sindaco di Montenero. Nei grandi stabilimenti di Piana Sant’Angelo continuano i viaggi delle autobotti della Protezione civile. Qui è ancora in vigore l’ordinanza che vieta l’uso dell’acqua anche per fini igienici, ma in molti casi è ormai ignorata, soprattutto nelle piccole aziende non rifornite dagli aiuti.
Parallelamente viaggia l’altro aspetto dell’intera vicenda: l’assenza di trasparenza e informazione su cosa ha causato la contaminazione dell’acqua. Sempre nella giornata di ieri Wwf ha denunciato gravi mancanze negli albi pretori on-line degli enti pubblici coinvolti: «Ora abbiamo inoltrato una richiesta di accesso agli atti – conclude l’associazione ambientalista – e restiamo in attesa delle risposte».