In attesa che rientri l'emergenza relativa al rilevamento di valori fuori norma nelle acque del fiume Trigno con sospensione della fornitura idrica a fini potabili tra San Salvo e la Marina di Vasto, è il WWF Zona Frentana e Costa Teatina a riportare al centro dell'attenzione una questione problematica che da diversi giorni è tornata ad investire - dopo un altro spinoso caso lo scorso anno - l'area del Vastese.
In una nota l'associazione ambientalista territoriale esprime "profonda preoccupazione per le allarmanti notizie di questi giorni sullo stato del fiume Trigno. La rilevata presenza di fenoli, riportata recentemente dagli organi di stampa, dopo che già nei mesi scorsi era stata rilevata una forte concentrazione di arsenico, denuncia una situazione drammatica del corso d'acqua al confine tra lAbruzzo e Molise. Una situazione comune per i fiumi abruzzesi, che dovrebbero essere considerati prioritari nella tutela e salvaguardia dei territori, e invece vengono spesso lasciati all'abbandono. L'Unione Europea ha stabilito che entro il 2015 tutti i fiumi devono essere classificati nello stato 'buono".
Già nel maggio 2010, ricorda Ines Palena, presidente del WWF di zona, l'associazione "denunciò lo stato generale dei fiumi abruzzesi, ben lontani da questo obiettivo, con una situazione di peggioramento continuo. Quasi 3 anni dopo i fatti dimostrano che il trend negativo non si è interrotto e l'agonia dei fiumi abruzzesi prosegue. Chiediamo a tutti gli enti preposti di attivarsi per il risanamento del fiume Trigno e un immediato intervento per risalire alle cause dell'inquinamento e la fine di ogni eventuale comportamento illecito che venisse riscontrato. Apprendiamo dalla stampa - è l'aggiunta - che le analisi sono avvenute nel novembre scorso, ci chiediamo come sia stato possibile aver dovuto attendere due mesi perché si agisse di conseguenza? E, di conseguenza, in questi due mesi è stata forse distribuita acqua non potabile, dato che la Regione ha bloccato l'azione di potabilizzazione e distribuzione in quanto ha considerato le acque del Trigno 'non potabilizzabili'? Va sottolineato che non è questo il primo caso di 'allarmi ambientali' per il Trigno: già un primo allarme ci fu dopo un monitoraggio effettuato tra il 2000 e il 2002 (all'epoca la sostanza individuata fu il dicloroetano). Non è possibile proseguire in questa direzione".
Sollecitata la massima chiarezza in merito e che venga adeguatamente informata la popolazione sullo stato del fiume Trigno e sulle cause del suo inquinamento.
"Nell'ambito della Direttiva Quadro 2000/60 - sottolineano gli attivisti del sodalizio - l'Unione Europea ha tracciato precise linee guida sulla partecipazione e l'informazione dei cittadini, obbligatorie da parte degli enti pubblici".
Conclude Palena: "Il WWF predisporrà nei prossimi giorni un accesso agli atti presso l'Asl e l'Arta, pronta ad intervenire successivamente lì dove sarà possibile per sollecitare interventi di salvaguardia del fiume Trigno e i diritti dei cittadini".