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PARTITO DEMOCRATICO, UN INTERVENTO DELLA MARGHERITA DI VASTO

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Da Paolo Marino, reggente della Margherita di Vasto, riceviamo e pubblichiamo: ''Sostenere che la politica oggi è interpretata da una classe dirigente stanca, auto-referenziale, priva d'iniziativa progettuale e che il contributo che rischiano di offrire i partiti alla nascita del PD possa ricondursi all'interno delle segreterie, è un modo di pensare troppo pessimistico. Decantare politici della porta accanto e rilevare solo l'attaccamento alla poltrona dei nostri assessori e consiglieri, è sicuramente riduttivo. Non che i rischi così paventati siano del tutto inesistenti, ma occorrerà stabilire un equilibrio e cercare di cogliere la complessità della realtà. Diventa invece oggi fondamentale che l'appello lanciato nel messaggio di fine anno dal Capo dello Stato, e vale a dire quello di chiedere ai cittadini non solo di non allontanarsi dalla politica, ma addirittura di sentirsi tutti doverosamente coinvolti nella politica, non sia disatteso e, di conseguenza, che tutti coloro che trovano nel proprio intimo la necessità di dare un contributo non pensino di rinunciare e percorrano la strada per la fondazione del Partito Nuovo. E' altrettanto importante che la Margherita, dopo una breve parentesi dedicata al dibattito, giunga ai congressi con una mozione unitaria che indica una strada precisa: quella del PDI. In effetti nella mozione si dichiara l'impegno a proseguire nel rafforzare la preziosa integrazione tra culture, esperienze politiche ed organizzazioni per poter concorrere adeguatamente alla nascita del PD; il bisogno di realizzare un progetto capace di contribuire ad una società più aperta, più libera, più giusta in grado di promuovere il ricambio generazionale, l'inserimento dei nuovi arrivati, di accrescere gli spazi di libertà per vincere tutte le forme di privilegio. Si potrà ritenere che questi concetti debbano trovare migliore concretizzazione nelle nostre attività quotidiane. Non si può, infatti, negare che per ora la realtà è distante da quanto prospettato solitamente in tutte le mozioni politiche. E allora occorre l'impegno fattivo di tutti ed evitare che l'interesse per la politica, e soprattutto per i politici di turno, possa dipendere solo dalle ricorrenti cure che si riservano ai personali orticelli. Non deve inoltre chiedersi a coloro che hanno ritenuto da tempo di partecipare alla vita attiva dei partiti di farsi da parte. Ma chiedere che, con il soggetto nuovo, vengano migliorate le forme di partecipazione democratica per tutti. Occorre, infine, che questo periodo diventi, come per altro sembra già in parte essere diventato, occasione di confronto protesa a chiarire gli obiettivi e creare coesione tra tutti i soggetti che ci stanno a percorrere, con entusiasmo e consapevolezza dell'importanza dell'impresa, la strada intrapresa. Senza però pensare che il Partito Democratico possa costituire la panacea''.
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