Quando il web, con la sua ‘intelligenza artificiale’, arriva a creare seri problemi per un caso di omonimia: ne sa qualcosa, suo malgrado, il vastese Michele Ciccotosto che si è visto sbattuto su internet (in negativo) perché ha il ‘torto’ di chiamarsi allo stesso modo di un altro cittadino di Vasto il quale, lo scorso mese di giugno, “è stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in grosso quantitativo”.
Titolare di una nota ditta operante nel settore d’impiantistica elettrica e conosciuto nel mondo della pesca sportiva, Michele Ciccotosto, da alcuni giorni, non dorme sonni tranquilli perché al centro di continue telefonate e richieste d’informazioni. Per difendere la propria persona e onorabilità e uscire da questa incresciosa situazione di omonimia e associazione fotografica generata da un noto motore di ricerca, è stato costretto a rivolgersi all’avvocato Alfonso Tinari del Foro di Roma che ci ha detto: “Il fatto è che nei giorni scorsi il mio assistito (e suoi familiari) è stato tempestato di telefonate da parenti, amici e clienti che lo credevano legato all’episodio criminoso.
Dopo le rassicurazioni date agli interlocutori, il sig. Ciccotosto scopriva che, digitando il suo nome su un motore di ricerca web, si assiste in prima schermata a un’associazione d’immagini che vede la sua fotografia frapposta tra altre due, la prima raffigurante un militare dell’arma dei carabinieri, l’altra raffigurante in primo piano una persona, di spalle, in manette, ultime due foto che rinviano al link del citato fatto di cronaca”. Gli scherzi del web, se così possiamo dire. “Certo - continua l’avvocato Tinari -, perché tale associazione d’immagini induce a credere essere il sig. Michele Ciccotosto, raffigurato in foto, il soggetto tratto in arresto. Nel precisare che Ciccotosto, che rappresento e che appare in foto sul motore di ricerca, è persona totalmente estranea al detto fatto di cronaca e si ritiene che l’associazione d’immagini, priva di un controllo ‘selettivo’, sia lesiva dell’onorabilità della persona ritratta, violi la normativa sulla privacy e utilizzo di immagini, i termini di servizio del motore di ricerca e sia fonte di danno”.
In conclusione, questa la strada intrapresa dal legale di Roma: “Il mio studio ha predisposto una diffida e richiesta risarcitoria nei confronti del motore di ricerca internet affinché adotti con urgenza le idonee cautele per impedire che la foto di Michele Ciccotosto sia associata al fatto criminoso, il tutto con riserva di ogni diritto e azione”.