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Questione sicurezza a Vasto, fatti di sangue e richieste di dimissioni del sindaco della città

L'ultimo episodio di cronaca ed un 'fiume' di polemiche

a cura della redazione
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Proprio ieri in Consiglio comunale a Vasto la discussione di un ordine del giorno delle minoranze di centrodestra incentrato sulle problematiche della sicurezza nel centro storico, oggi un nuovo, odioso e sconvolgente fatto di sangue. 

Questioni soltanto all'apparenza disgiunte, secondo alcuni protagonisti della vita politica e del relativo dibattito cittadino.

Per Nicola Del Prete, consigliere comunale di Futuro e Libertà, critico con il sindaco Luciano Lapenna e con la sua maggioranza per aver bocciato le proposte dell'opposizione per il centro storico (si parla di videosorveglianza, incremento dei controlli e censimento degli stranieri) il primo cittadino deve dimettersi. "Il governo dei 'no' - dice Del Prete - ha prodotto solo il degrado e il proliferare della delinquenza in città. La morte della signora Michela è una morte annunciata. Spero che basti questa tragedia alle autorità competenti per convincerle ad adottare da subito iniziative urgenti per difendere Vasto e i vastesi. L'esasperazione dell'opposizione consiliare nasce dalla bocciatura dell'ordine del giorno con cui si proponevano misure per dare sicurezza al centro storico".

Aggiunge Marco di Michele Marisi, coordinatore di Giovani in Movimento. "Un omicidio il giorno dopo il Consiglio comunale nel quale la maggioranza di centrosinistra ha ribadito che a Vasto non c’è un problema sicurezza e il giorno prima di un convegno sulla sicurezza. L’ennesimo fatto di cronaca che conferma un allarme sociale ed un vero e proprio problema di incolumità per i cittadini. Va ancora tutto bene?". E aggiunge: "Adesso è ora che il sindaco Lapenna, che è la massima autorità cittadina, si assuma le sue responsabilità. La smetta di nascondersi dietro un dito e la finisca di dire che nella nostra città non esiste un problema sicurezza. Chi continua a sottovalutare questa escalation di delinquenza ne è corresponsabile. Chi continua a negare un problema sociale che è sotto gli occhi di tutti e dunque a non affrontarlo, finisce per favorirlo". Per il responsabile di ‘Giovani In Movimento’ Lapenna deve "chiedere scusa alla città per le bugie che ha raccontato su questo delicato argomento, chieda scusa a quelli che da tempo lo sollecitano su questa questione e che lui, invece di ascoltare, ha definito sciacalli, e si metta a lavoro, stanotte stessa, per un piano di sicurezza locale tenendo in considerazione le nostre proposte: richiesta di potenziamento di mezzi e organico delle forze dell’ordine, sistema di videosorveglianza, impiego di ‘volontari per la sicurezza’. E cominci ad affrontare anche il problema sociale. Lo faccia ora, sindaco – ha concluso di Michele Marisi – perché il tempo di ‘Vasto non è Beirut’, è finito!".

Riccardo Alinovi, referente cittadino dell'associazione 'Codici', parla apertamente di indifferenza delle istituzioni di fronte al problema sicurezza e torna a ribadire la necessità che su Vasto vengano dirottati rinforzi agli organici di Polizia e Carabinieri, considerati l'aumento della popolazione ed i tanti, preoccupanti episodi di cronaca che si registrano con 'ombre' di fenomeni di criminalità gravi che non vanno sottovalutati. Relativamente all'ultimo fatto di sangue la considerazione: "Essere uccisi per poche decine di euro è inaccettabile". 

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