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Giuseppe Spataro: da eterno secondo a padre della democrazia

L'opera del professor Trinchese per riconoscere il giusto ruolo di un politico sottovalutato

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Si intitola 'Giuseppe Spataro tra popolarsimo e Democrazia Cristiana' il libro del professor Stefano Trinchese presentato ieri pomeriggio presso la Sala Ex Palazzi Scolastici di piazza Rossetti, nell'ambito di un incontro organizzato dal Centro Europeo Studi Rossettiani dal tema: 'Giuseppe Spataro padre della democrazia'.


Dopo il saluto dell'assessore alla Cultura Anna Suriani, il professor Gianni Oliva, in qualità di moderatore, ha presentato i due relatori dell'interessante dibattito: lo stesso professor Trinchese, che ha curato l'opera, raccogliendo le più importanti ricerche storiche su Spataro, ordinario di Storia Contemporanea presso l'Università 'G. D'Annunzio' di Chieti-Pescara e il professor Mario Belardinelli, ordinario di Storia del Risorgimento presso l'Università di Roma 3.


I due storici hanno ripercorso la vita del politico vastese, sottolineando come Giuseppe Spataro sia stato per troppo tempo relegato a ruolo di "secondo", seppur di esponenti politici di primo piano della Democrazia Cristiana.


La tesi di fondo dell'interpretazione storiografica proposta nell'opera presentata è che la figura di Giuseppe Spataro va oltre i ruoli istituzionali ricoperti e che il suo è stato un ruolo di primissimo piano in tutta la storia del Novecento italiano, a cominciare dalla crisi del modello liberale, prima dell'avvento del Fascismo, durante la quale Spataro già dava il suo contributo come presidente della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana).


Ma è proprio durante il regime fascista che Spataro dà dimostrazione del suo 'peso politico', "superando lo sterile aventinismo e diventando collante e mediatore dell'opposizione antifascista, non solo cattolica", come sottolineato dal professor Trinchese. Quello 'studio giallo' di casa Spataro diviene infatti luogo di riunioni riservate, poi addirittura clandestine, simbolo di un'opposizione politica che non vuole limitarsi a dissociarsi; un simbolo così imponente da conservarsi anche dopo la caduta del Fascismo, come "culla del difficile parto della democrazia" che in quegli anni faticosamente cercava la struttura definitiva arrivata fino ai giorni nostri.


Un altro passaggio fondamentale dell'influenza politica di Spataro affrontato nell'opera del professor Trinchese riguarda il suo ruolo di 'traghettatore' nella formazione delle nuove generazioni di politici cattolici,  a cavallo tra Fascismo e Repubblica, tra cui un altro politico abruzzese di rilievo, Remo Gaspari, "al quale - ha sottolineato Trinchese - Spataro dava del lei, come a sottolineare una distanza che lo divideva dal collega di partito, anche per quell'impostazione localista che a Spataro certamente non apparteneva".

 

Il dibattito storico quindi si arricchisce di interessanti elementi che faranno certamente discutere. Soprattutto per l'ultimo punto.

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