«Tutti uniti per Bersani lasciando da parte i tanti orticelli personali». È questa la posizione unitaria uscita dall’assemblea degli amministratori del Pd del Vastese tenutasi all’hotel Solaris di Casalbordino. C’erano i vari sindaci e amministratori della zona, – tra gli altri Remo Bello di Casalbordino, Carlo Moro di Lentella (coordinatore di zona del Partito Democratico), Angelo Pollutri di Cupello, Ernesto Sciascia di Monteodorisio, Giovanni Di Stefano di Fresagrandinaria, Luciano Cilli di San Salvo, Lorenzo Di Ninni di Palmoli, Vincenzo Sputore di Vasto –, alcuni segretari ed esponenti a vario titolo del partito. Mancava Luciano Lapenna, alle prese con ben altre questioni legate alla giunta vastese.
Ad aprire i lavori è Antonio Del Casale, giovane segretario di Vasto: «Non siamo quelli della rottamazione, ma quelli del rinnovamento vero». E a dimostrazione di ciò c’è l’età media dei promotori del comitato. Oltre a Del Casale vi siedono giovani amministratori da tempo impegnati nei Comuni del territorio: Raffaele Turco, assessore di Casalbordino, Gianni Cordisco, assessore di Lentella, Francesco Menna, consigliere di Vasto. C’è anche il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci.
Il territorio è con Bersani, ma come spiegato da Cordisco, «quella di stasera non vuol essere una dimostrazione di forza o nuovismo. È il segno che il partito c’è nelle occasioni importanti e anche amministrativamente si inizia a far qualcosa».
L'UNITÀ PERDUTA. Non sono solo rose e fiori per il Pd ed è quello che emerge dagli interventi che si susseguono. «Bisogna ritrovare lo spirito di unità che ci ha accompagnato fino a qualche tempo fa che ci ha permesso di affrontare sfide importanti. Per questo chiedo alla dirigenza di evitare personalismi e fare squadra», ammonisce Sciascia. Sulla stessa linea Angelo Pollutri: «Meno male che Renzi c’è, serve a farci stare più in tensione e a non dar per scontato il risultato delle primarie».
CARTA DEGLI INTENTI E STATUTO. Carlo Moro evidenzia i due punti principali della Carta degli intenti: «Lavoro e credibilità della politica. Evitare di fare di tutta un’erba un fascio. Non credo che il problema siano i sindaci che prendono 330 € al mese e gli assessori che ne prendono 45 lordi».
Tracciare una linea di continuità con le scelte fatte in passato è l’invito di Luciano Cilli: «Dobbiamo dare seguito alle nostre scelte passate con le quali abbiamo eletto Bersani segretario nazionale e Paolucci segretario regionale».
Sul ruolo di Bersani torna anche Camillo D’Amico, che ricorda cosa indica lo statuto del partito sulla figura del segretario: «A molti sfugge che lo statuto dice chiaramente che il segretario pro-tempore è anche il candidato premier. C’è stata quindi grande generosità da parte di Bersani e di tutto il partito ad accettare la sfida – non scontata – delle primarie».
PARLA BOSCHETTI. In sala c’è l’ex assessore della Regione Abruzzo, Antonio Boschetti. Anche lui prende la parola: «Queste sono primarie vere, non come quelle di Prodi. Bisogna ridare entusiasmo al Pd. Nel Vastese manca l’organicità e ci sono troppi orticelli personali».
L’ex-assessore poi si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Tra me e Camillo D'Amico la dialettica è stata sempre frizzante e lo sarà anche in questa occasione. Non si possono fare a 6-7 mesi dalle elezioni iniziative insieme al centrodestra (il riferimento è al convegno sullo sviluppo nel Vastese tenutosi a Cupello il 21 settembre scorso, organizzato da D’Amico e Argirò, NdA). Non possiamo creare confusione nell’elettorato organizzando un convegno sulle difficoltà del territorio insieme a chi ne è il maggiore responsabile, cioè Nicola Argirò! Continuiamo a fare le battaglie per il nostro territorio, ma nel partito, non confondendoci con centrodestra».
IL SEGRETARIO REGIONALE. È Silvio Paolucci a chiudere l’assemblea. Lo fa iniziando con qualche battuta sul ‘caso-Vasto’ (la richiesta da parte del gruppo del Psi di un assessorato): «Non è un problema che riguarda solo il Pd. La questione principale è qual è la posizione sui monogruppi da uno?».
Poi passa al tema della serata: «Stiamo attenti a non trasformare le primarie in un congresso di partito. Diamo seguito all’atto di generosità e facciamo le primarie che ci riconcilieranno con il popolo. Renzi non è un problema, ma allargherà il campo di consenso del Pd. La nostra forza è nei tanti giovani che non hanno bisogno di urlare la necessità di rottamare. Ora prepariamoci alla sfida attivando tanti comitati sul territorio».