Dall'accordo sulla competitività del dicembre dello scorso anno ai numeri 'ballerini' degli esuberi con intesa sui contratti di solidarietà per centinaia di dipendenti al fine di mantenere la forza lavoro. E alla fine, a pagare lo 'scotto' della crisi, è sempre e comunque il lavoratore.

E' lungo l'elenco di 'doglianze' del coordinamento locale dei Cobas. Stamane, dinanzi ai cancelli della Pilkington, attività di volantinaggio del responsabile locale Domenico Ranieri. Nel 'mirino' il 'dimagrimento' dello stipendio per diversi lavoratori, quelli, per esempio, che hanno visto trasformare i loro contratti di somministrazione in apprendistato, ma anche gli 'storici', per la questione esplosa nei mesi seguenti per gli esuberi e, nel contempo, l'indice è puntato sulla "casta dei padroni, politici e dei nostri rappresentanti sindacali".

Dice Ranieri: "Chi credeva che questa crisi avrebbe colpito solo i giovani si è semplicemente illuso". Tra le altre contestazioni quella dell'azzeramento del premio di partecipazione, lasciando per l’anno finanziario in corso il solo premio legato alla malattia.

"Quindi nella retribuzione di settembre non troveremo più gli 800 euro di acconto e ad aprile non sarà erogato il saldo; tutto ciò ridurrà ulteriormente gli stipendi, già penalizzati prima dalla cassa integrazione e poi dall’entrata in vigore dei contratti di solidarietà. In Pilkington - aggiunge il referente Cobas -non è mai possibile conoscere il numero dei consulenti esterni, né quello dei dirigenti che lavorano nel sito di San Salvo, neanche si conosce il bilancio e perciò non è dato  sapere se la Pilkington ha chiuso in passivo, oppure ha semplicemente guadagnato meno rispetto alle previsioni. L’unica certezza è che a pagare la crisi sono sempre e soltanto i lavoratori e nessun altro".