Quello che si è tenuto ieri mattina a Vasto, chiesa di San Paolo Apostolo, non è stato un funerale come tanti.
Avvolto da una bandiera tricolore, c’era il feretro di un poliziotto caduto in servizio sull’ A 14, mentre segnalava il pericolo del fumo scaturito da un incendio divampato ai margini dell’autostrada. Maurizio Zanella, così si chiamava la vittima, era un uomo coraggioso: esperto com’era, sapeva benissimo che in quella posizione, e con quella visibilità , rischiava di essere travolto, ma non ha esitato a mettere a rischio la propria incolumità pur di avvisare della situazione critica gli automobilisti in arrivo. E uno di questi, a forte velocità , lo ha investito e ucciso.
Ecco perché in chiesa ieri c’era un autentica folla commossa, con la preghiera del vescovo di Chieti, Bruno Forte e il capo del compartimento abruzzese della Polizia Stradale, Piero Caramelli . Ed ecco perché la gente ha pianto nel vedere arrivare una delle figlie di Zanella, Valeria, con il cappello della divisa di papà posato su un cuscino rosso. Ed ecco perché, infine, ho deciso di dedicare questo mio spazio domenicale al ricordo di uno dei tanti angeli che vegliano sulla nostra sicurezza.
Non è un eroe soltanto chi muore al fronte in Afghanistan o in Kosovo, anche se il fatto di perdere la vita a migliaia di chilometri da casa può rendere il dolore ancora più straziante. Ci sono tante persone che rischiano la vita ogni giorno accanto a noi, senza che quasi ce ne accorgiamo. Vigili del fuoco che si buttano nel cuore di un incendio, uomini del soccorso alpino che si calano in situazioni ad alto rischio, volontari che guidano ambulanze a grande velocità pur di arrivare tempestivamente su luogo di un incidente... In tempi in cui impera l’egoismo, sono ancora tanti gli italiani che antepongono la sicurezza altrui alla propria. In questo la Polizia Stradale è in prima fila: ormai muoiono più agenti in servizio nel traffico che non nei conflitti a fuoco e questo la dice lunga sulla pericolosità delle nostre arterie. Un tempo temuti per la loro severità e le loro multe, oggi gli ’stradalini’ svolgono quasi solo un servizio di supporto agli automobilisti, spesso arrivando anche ad aiutare chi è rimasto in panne. Ecco perché noi rendiamo omaggio all’assistente capo Maurizio Zanella, anche se i telegiornali nazionali non hanno speso neppure una parola per lui.
E vogliamo ricordarlo con le parole che Silvia da Vasto, forse una collega, ha lasciato sul blog dell’Associazione amici della Polizia Stradale: «Io c’ero... l’ho visto in terra, era solo un uomo che dormiva inerme, stanco, fragile... ed ho visto un altro uomo disperato su di lui, che avrebbe voluto svegliarlo... urlava al cielo di fermare il tempo di cancellare quel terribile attimo.... ho sentito il silenzio dentro tutto quel rumore... non lo dimenticherò mai».