Seconda serata del 'Vasto Film Festival' e seconda stella del cinema italiano che calca il palco allestito nel Cortile di Palazzo d'Avalos, dopo il consueto 'aperitivo con la stampa', ieri sera tenutosi presso il FavelaChic di Vasto Marina.
A dialogare con lei nell'ormai consolidata prassi della chiacchierata/intervista, il critico cinematografico Ornella Sgroi che ha ripercorso insieme alla Solarino le tappe principali della sua carriera, ricordando la piacevole coincidenza per cui si trova al Vasto Film Festival "a dieci anni dal debutto cinematografico".
Valeria Solarino, "un'attrice che ama sempre mettersi in gioco", come ricordato dalla Sgroi, "nasce in Venezuela da madre piemontese di origini siciliane e padre siciliano" ed è proprio in questo mix originale che la stessa attrice riconosce "il motivo del mio spirito un po' selvaggio e ribelle".
Di formazione teatrale, la Solarino 'scopre' il cinema con un film di Mimmo Calopresti: 'La felicità non costa niente'. Da lì, tutta una serie di importanti esperienze tra cinema d'autore e cinema indipendente, e ultimamente anche nella commedia; esperienze attentamente valutate e scelte "per il ruolo, il personaggio e la storia. Ho partecipato a un film in cui avevo una parte piccolissima, semplicemente perché mi piaceva quella storia. Poi ho fatto anche film come 'Fame chimica', 'La febbre', 'Che ne sarà di noi', ma senza una strategia precisa. Piuttosto che leggere la sceneggiatura, valuto il racconto che il regista mi fa del film, quindi anche quello è importante per la mia scelta".
Da lì la domanda d'obbligo sui registi 'preferiti' con cui lavorerebbe volentieri: "Da chi vorresti che arrivasse la telefonata?" chiede Ornella Sgroi. "Ce ne sono molti" risponde tranquillamente la Solarino. "Se penso al grande cinema, penso a Bellocchio; se penso all'originalità , penso a Nanni Moretti, ma il cinema italiano è pieno di ottimi registi con cui mi piacerebbe lavorare".
Altro argomento 'giornalisticamente obbligato' la partecipazione al film di Michele Placido, 'Vallanzansca', opera che ha suscitato qualche polemica in merito a una presunta 'celebrazione' di un criminale. "Noi abbiamo raccontato una storia vera - spiega la Solarino - in cui il carattere criminale è ben descritto, anche con scene molto crude. Se il personaggio risulta 'affascinante' è solo perché lo era effettivamente lo stesso Vallanzasca, infatti se a differenza di tanti altri criminali dell'epoca conosciamo praticamente solo lui, è proprio per questo suo fascino che lo ha contraddistinto".
Uno sguardo anche all'attualità e alla crisi del lavoro: "Non posso considerarmi una 'precaria', ma anche attraverso l'esperienza di amici e parenti capisco che il momento e particolarmente grave e non ritengo, come spesso viene detto anche da illustri esponenti politici in maniera piuttosto supericiale, che la mobilità sia qualcosa di positivo. La mobilità non è un valore". Affermazione che strappa un convinto e prolungato applauso alla platea e all'assessore Marco Marra che di lì a poco salirà a consegnare la statua della Bagnante, come riconoscimento della città alla presenza di Valeria Solarino al 'Vasto Film Festival'.