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Vasto tra industrie e turismo e la necessità di 'fare sistema' per navigare nel mezzo di una crisi sempre preoccupante

Appello degli imprenditori alla Regione per le giuste attenzioni al territorio. Il dibattito

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Fare sistema, parlare un unico linguaggio sia nell'industria che nel turismo, settori che al pari di altri risentono della crisi. E un richiamo ai politici affinchè rappresentino le istanze di questo estremo lembo d'Abruzzo alla  Regione "poco attenta alle priorità di Vasto e del Vastese".

 

Sono i passaggi condivisi ieri dai relatori che hanno partecipato all'incontro organizzato dal Centro nella sala polifunzionale Baraonda, sulla statate 16 (di fronte all'Hotel Vittoria). "Vasto, tra industria e turismo". Su questo tema si sono confrontati Luciano De Nardellis, amministratore della società che gestisce Aqualand, il parco acquatico dell'Incoronata, Gabriele Tumini, presidente dell'Assovasto, l'associazione di piccole e medie imprese del territorio e il sindaco Luciano Lapenna. Incalzati dal direttore del quotidiano d'Abruzzo, Mauro Tedeschini, hanno rappresentato le criticità e le prospettive di due settori importanti dell'economia locale, oltre all'esigenza di superare un dualismo che da mesi sta monopolizzando il dibattito cittadino.


"La crisi si sente, inutile negarlo. Nelle strutture si registrano le presenze ma sono scesi i consumi", attacca De Nardellis, tracciando un primo, parziale bilancio della stagione estiva 2012. "I turisti cercano il prodotto natura dove il valore aggiunto è rappresentato dalle piste ciclabili. Bisogna puntare sulle grosse potenzialità ambientali e sulle ricchezze naturalistiche che abbiamo in abbondanza. Occorre investire sulle scelte strategiche come l' ex tracciato ferroviario che non richiede un impegno economico stratosferico. Deve essere una priorità per la Regione che, però, nel rimodulare i fondi Fas ha destinato poche risorse alla pista ciclabile. Manca la giusta attenzione per questo territorio. Credo che i nostri rappresentanti regionali debbano alzare la voce". Per il patron di Aqualand, che alla fine dell'incontro è entrato nel cuore del tema richiamando il filo conduttore del dibattito che da mesi tiene banco in città, è però necessario "superare il dualismo tra industria e turismo. Sedersi intorno ad un tavolo e studiare una soluzione che eviti il muro contro muro. Una strada potrebbe essere la zonizzazione per vedere quale tipologia di insediamenti realizzare a Punta Penna (che convive con la riserva naturale di Punta Aderci, ndc)”, ha suggerito, “valutare altri tipi di siti. Il comune di Cupello, ad esempio, si è dichiarato disponibile all'insediamento sul proprio territorio di centrali a biomasse. Bisogna risolvere alcune contraddizioni e bisogna farlo prima del 2013", ha concluso De Nardellis.


Di momento difficile per l'industria ha parlato Tumini. "Siamo in recessione da quattro anni, non si produce più reddito e non riusciamo ad essere competitivi", è l'analisi del presidente di Assovasto, "le aziende si stanno assottigliando: i nostri associati sono passati da 120 a 92. Quello che auspichiamo è lo sviluppo del porto, altrimenti dobbiamo cambiare mestiere". Per quanto riguarda invece la zona industriale di Punta Penna, l'imprenditore suggerisce di ampliare la destinazione commerciale, senza per questo dover rinnegare le scelte fatte in passato. "E' importante fare sistema", sottolinea il sindaco, "e guardare ai grandi progetti. Penso al nuovo ospedale che dovrebbe essere una priorità per la Regione, alla variante alla Statale 16 Adriatica, che ancora oggi continua ad interessare il tratto urbano della Marina, al recupero delle aree di risulta. Due sono le grandi carte da giocare per questo territorio: il Polo di ricerca della Val di Sangro e l'ex tracciato ferroviario che è parte integrante del parco della costa teatina. Bisogna smetterla di pensare all'industria e al turismo in termini di contrapposizione", ha alzato i toni Lapenna, "Vasto è la città dei turismi e dei servizi. Molte scelte sono state fatte sul porto, ma anche sul parco della costa teatina. Non mi si venga a dire che non abbiamo le idee chiare. Piuttosto è la scarsa attenzione del governo regionale che ci fa andare avanti con una marcia in meno".


Sulla necessità di scegliere quale tipo di sviluppo imprimere alla città si è soffermato Massimo Desiati, nel suo breve intervento. "Vasto vive delle sofferenze", ha esordito l'ex assessore regionale, oggi consigliere comunale d'opposizione, "il dibattito che da mesi tiene banco ruota sul marketing territoriale, sulle scelte di sviluppo. La politica sta perdendo l'occasione di limitare la conflittualità tra industria e turismo, sta abdicando ai suoi doveri e sta lasciando all'economia la gestione del territorio. La politica deve decidere cosa fare di questo territorio  e lo deve fare con la partecipazione dei cittadini", ha concluso Desiati. Fabio Giangiacomo, ex presidente del Consorzio Industriale ha spostato il tiro su Regione e Provincia. "Manca la programmazione da parte degli enti sovracomunali", ha affermato, "ci sono ritardi fortissimi da parte della Regione e della Provincia. Basti pensare al piano regolatore del Consorzio che è scaduto da cinque anni. Ci sono troppi buchi neri e mancano delle linee guida".

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