Adesione rilevante, sulla spiagge di Vasto, San Salvo, Casalbordino e Torino di Sangro, alla manifestazione di protesta nazionale convocata dai balneatori di tutta Italia per protestare contro gli effetti della Direttiva comunitaria Bolkestein.
E' andato in scena, questa mattina, lo 'sciopero degli ombrelloni', rimasti chiusi fino alle 11 per buona parte con garantito, naturalmente, il servizio di salvamento. Due iniziative di categoria, nel territorio, si sono tenute a San Salvo, alla Marina e sotto il Comune.
L'intento, pur tra alcuni distinguo interni tra gli stessi operatori, è comune: chiedere la riapertura del tavolo tecnico tra Governo, enti locali e sindacati, al fine di delineare un quadro normativo che tuteli le attuali imprese balneari, che rischiano di scomparire sotto gli effetti della direttiva Bolkestein - sottolineano i rappresentanti delle associazioni di categoria - che impone dei bandi di evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni demaniali marittime.
Dal 2016, se non ci saranno novità , le autorizzazioni all'esercizio dell'attività balneare sulle spiagge finiranno all'asta, se le aggiudicheranno i migliori offerenti. Al contrario di quello che accade oggi: licenze che hanno una durata di 6 anni con diritto di insistenza, rinnovabili alla scadenza. Per chi oggi protesta il futuro quadro determinerà l'ingresso delle multinazionali anche in questo settore, mettendo all'angolo migliaia di imprese, per lo più a conduzione familiare, che hanno investito da anni nel settore.
A San Salvo Marina, al Lido Il Panfilo, si sono ritrovati diversi balneatori, unitamente al presidente provinciale di Fiba-Confesercenti Panfilo Tascione ed al direttore territoriale di Confesercenti Vasto-San Salvo Simone Lembo assieme al direttore di zona Patrizio Lapenna. Sotto il palazzo municipale a San Salvo, accolti dal sindaco Tiziana Magnacca in fascia tricolore, un altro gruppo di operatori, con il presidente del Consorzio Imprese Turistiche della Costa Teatina Generoso Leonzio.
Per Paolo Palomba, consigliere regionale del Vastese dell'Italia dei Valori, "anche le spiagge nelle mani delle multinazionali? No, grazie. La direttiva Bolkestein vorrebbe che tutti i servizi siano messi all'asta. Ma con questo sistema migliaia di stabilimenti balneari gestiti da sempre a livello familiare finirebbero nelle mani di grandi gruppi industriali e multinazionali che si aggiudicherebbero senza problemi le gare". L'esponente dell'IdV annuncia la presentazione di una interrogazione urgente indirizzata al presidente della Regione Abruzzo Chiodi, che va nella stessa direzione della proposta di legge presentata in Parlamento dal presidente del partito Di Pietro "per chiedere una deroga alla direttiva europea in materia di concessioni demaniali marittime. C'è una intera categoria di lavoratori, che rappresenta una parte di imprenditoria sana, abbandonata a se stessa dal governo attuale - conclude Palomba -. Chiediamo che la direttiva Bolkestein non venga applicata al settore delle imprese balneari, che rischiano di essere spazzate via dall'arroganza delle grandi multinazionali e brand internazionali".
FOTOSERVIZIO di ERCOLE MICHELE D'ERCOLE