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IdV, Sel e Rifondazione: 'Percorrere tutte le strade per l'opposizione alle biomasse a Punta Penna'

Tre partiti della maggioranza di centrosinistra ribadiscono il 'no' ai progetti in itinere per Punta Penna

a cura della redazione
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Dibattuta questione delle progettazioni di centrali a biomasse e insediamenti di impatto a Punta Penna: si registra una nota congiunta diffusa dalle segreterie cittadine e dai gruppi in Consiglio comunale di 3 partiti della maggioranza di centrosinistra a Vasto, Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà e Rifondazione Comunista.

 

IL DOCUMENTO - Ci appaiono dogmatiche le espressioni di quanti in questi giorni non perdono occasione per parlare del futuro industriale di Punta Penna, chiudendo gli occhi di fronte al delicato equilibrio esistente in quell’area e alla sua particolarità. Qui, a differenza di altre realtà industriali, convivono tra loro adiacenti una riserva naturale ed una zona industriale. Parliamo di uno degli scorci più belli d'Abruzzo sul quale il governo regionale non si fa scrupoli a dare il proprio assenso all’installazione di impianti che le leggi italiane definiscono insalubri di prima classe e cioè che producono vapori, gas o altre esalazioni insalubri. Il buon senso definirebbe questa ipotesi un tentativo di massacro ambientale; altri la definiscono scelta di sviluppo, senza però chiarire quale sviluppo si debba dare a quell’area. E mentre chi rinuncia ad una forte opposizione alle installazioni insalubri, qual è la centrale a biomasse, non fa altro che lanciare proclami vuoti e generici, aspettiamo di sentire discorrere quelle stesse persone e forze politiche su quanto impone la normativa comunitaria e nazionale. Probabilmente quell’argomento non viene sfiorato perché per quella via si imporrebbe il proseguimento anche sulla via giudiziaria dell’opposizione alla centrale a biomasse a Punta Penna.

 

Su questo punto la posizione di Prc, Sel e IdV, è stata sempre ed è ancora quella di proseguire nella chiara, ferma e coerente scelta politica di tutelare, attraverso tutti gli strumenti disponibili, quel patrimonio naturale da insediamenti che potrebbero comprometterne la conservazione. Quindi anche attraverso il ricorso al Consiglio di Stato. Una scelta politica che appare ovvia e naturale anche in considerazione delle delibere e degli ordini del giorno approvati dal Consiglio comunale e che naturalmente non esclude affatto il percorso politico. Prova ne è il diretto e sostanziale nostro contribuito alla organizzazione, tra forze politiche regionali, dell’incontro del 27 luglio u.s. sull’argomento, nel corso del quale le forze di centrosinistra hanno concordato di presentare di una mozione al prossimo Consiglio Regionale.

 

L’invito che rivolgiamo alle altre forze politiche della maggioranza vastese è quello di continuare a percorrere tutte le strade possibili per fermare un progetto che potrebbe fare da apripista ad altri ancora più pericolosi dal punto di vista ambientale. Anche per questo nessuna strada che possa fermare l’insediamento di quegli impianti a Punta Penna può essere abbandonata a priori ed in maniera pregiudiziale. 

 

Siamo convinti che per questa via la politica locale possa ritrovare la fiducia della cittadinanza, logorata da troppi tentennamenti su questo tema, e che per questa via si incontrerà anche il pieno sostegno dei cittadini nelle prossime iniziative di opposizione ad un progetto che continuiamo a considerare inutile e dannoso. Chi rinuncerà a fermare questo progetto troverà la riconoscenza di qualche magnate svizzero e/o imprenditore locale, non certamente la approvazione della gran parte dei cittadini vastesi.

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