L’attività, a livello di prevenzione, portata avanti nell’ambito di un progetto di collaborazione tra il mondo della scuola ed il Commissariato di Polizia al centro di un resoconto stilato dal dirigente e vice questore Cesare Ciammaichella.
Evidenziata l’azione dei poliziotti di quartiere, codificata ‘Polizia di Prossimità’, che nel rapporto con i minori “ha dedicato molte energie ed una attenzione tutta particolare, basata su specifiche professionalità”.
Sottolinea Ciammaichella: “Dopo una prima fase dì inserimento istituzionale e di conoscenza della nuova attività dei poliziotti dì quartiere da parte del mondo della scuola, sono state tantissime le richieste di interventi dei presidi e dei professori per problemi continui, quasi quotidiani, che si collocavano oltre la sfera di competenza degli insegnanti. Buona parte del lavoro è iniziato davanti alle scuole, al momento di ingresso e di uscita delle lezioni. In questa fase è iniziato il dialogo con i ragazzi, soprattutto adolescenti, delle scuole medie. Nel tempo i poliziotti di quartiere, che si sono formati con corsi lunghi e specifici, organizzati dal Ministero dell’Interno, si sono resi conto che il momento più delicato, era soprattutto quello dell’uscita da scuola, quando i ragazzi, dopo le lunghe ore rimasti fermi sui banchi di scuola, risultavano più esuberanti, frenetici e spesso intemperanti, anche solo esagerando con gli scherzi in modo inadeguato. Il grosso del lavoro, invece, riguardava le chiamate per i casi dì bullismo, disagi familiari, scarso rispetto delle regole dì comportamento, ovvero insofferenza eccessiva nei confronti delle istituzioni scolastiche. I poliziotti di quartiere, dì concerto con i colleghi che si occupano specificamente di minori, hanno prudentemente e sapientemente trattato decine dì casi, con rispetto ed autorevolezza, guadagnando la fiducia e la comunicazione dei minori che non avevano buoni rapporti con la famiglia dì appartenenza. tutti casi in cui la scuola non riusciva a fornire tutta l’assistenza e la cura necessaria per una educazione adeguata al singolo caso considerato. In tal modo, con una continua collaborazione, fatta soprattutto dì pazienza e ascolto, tanto con la scuola quanto con il personale specializzato della Polizia dei minori, molti ragazzi hanno smesso di assumere atteggiamenti arroganti ed aggressivi guadagnando la fiducia nelle istituzioni”.
E diversi sono stati i riconoscimenti delle istituzioni scolastiche. In particolare nella giornata dì ieri, la preside della Scuola Media ‘Rossetti’ Letizia Stangarone, nell'ambito della cerimonia di assegnazione del Premio 'Leonardo Umile' per gli studenti meritevoli, ha voluto formalizzare tale riconoscimento morale con la consegna dì un premio ai poliziotti maggiormente impegnati. “Ovviamente – conclude Ciammaichella - i compiti dei poliziotti dì quartiere non finiscono con i minori, atti di vandalismo, forme di degrado della città, identificazioni dì persone sospette, sostegno agli esercenti commerciali per forme di disturbo, ricerca e ritrovamento di minori allontanatisi dalla famiglia e vanno avanti soprattutto con un contatto continuo con tutti i cittadini diretto a diffondere il senso dello Stato e della legalità”.