Si tiene ogni anno a Lindau, in Germania, l'incontro tra i Premi Nobel ed i giovani ricercatori. In questo appuntamento, il 'Lindau Nobel Laureate Meeting' partecipano circa 600 giovani, provenienti da 80 paesi di tutto il mondo.
Tra di loro, nell'edizione quest'anno, il giovane vastese Luca Perrozzi, ricercatore al Cern di Ginevra, che oggi su ha ufficializzzato una lettera, siglata unitamente al collega Gianluca Lamanna, inviata al ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Massimo Profumo - a nome della delegazione italiana - sulla situazione dei giovani ricercatori in Italia.
Qui di seguito la lettera.
Gentile Ministro Profumo,
è stato un privilegio conoscerla al meeting di Lindau. Approfittiamo della sua gentilezza e disponibilità per scriverle immediatamente in merito ad alcuni spunti che magari potrebbero esserle utili per meglio valutare la partecipazione della delegazione italiana al meeting dei Nobel.
Come Lei ha correttamente percepito il numero di partecipanti Italiani è cospicuo e importante: 21 persone. Molto più di nazioni europee di pari o superiori dimensioni in termini di potenziale in ricerca, come Inghilterra, Francia o Spagna. La cosa non è trascurabile in quanto il processo per partecipare a questo meeting si basa su una selezione di merito. La nota dolente, come le facevamo cenno, è quando si va a vedere l'affiliazione dei ricercatori italiani. Soltanto 8 dei 21 sono effettivamente basati in Italia, e la partecipazione a questo meeting da parte di questi 8 ricercatori è invariabilmente supportata unicamente dalla Fondazione Cariplo. In aggiunta 6 degli 8 sopra citati, hanno appena terminato o stanno terminando il dottorato di ricerca, e per questo motivo si trovano ancora in Italia, ma presto troveranno spazio fuori dai confini nazionali. Questi numeri, che in altri contesti già ben conosce, sono in realtà soltanto l'immagine di un situazione problematica più profonda. Naturalmente il fatto che molti giovani ricercatori passino un periodo di formazione all'estero è assolutamente essenziale, e per il completamento della propria carriera e per aumentare lo scambio di idee che sta alla base della dinamicità della scienza. Le difficoltà connesse al "rientro" in Italia dopo questo periodo di formazione, scoraggiano il ritorno dei giovani ricercatori, e inaridiscono il potenziale di ricerca Italiano. Tra i giovani ricercatori Italiani affiliati ad istituti esteri, che sono presenti a questo meeting, almeno il 70% non vede o crede nella possibilità di ritorno in Italia. Inutile dirle quanto questo pesi doppiamente sul bilancio "scientifico" del sistema educativo italiano, che investe per preparare giovani ricercatori da "regalare" all'estero, senza di fatto trarre beneficio dalla loro attività .
La qualità della ricerca italiana è nascosta in questi numeri, come anche l'incertezza del suo futuro: durante questa settimana, come forse già saprà , verranno annunciati importantissimi risultati in fisica delle particelle per i quali il contributo Italiano è stato davvero determinante, è naturale chiedersi per quanto ancora questo potrà essere vero.
Ci spiace portare alla sua attenzione numeri e considerazioni su una situazione che come Ricercatore, Professore e Rettore, prima che Ministro, conosce perfettamente. Ci permetta soltanto un'ultima considerazione di carattere piuttosto generale sul finanziamento alla ricerca: oggi il ministro suo omologo tedesco qui presente a Lindau, ha detto che il finanziamento alla ricerca negli ultimi anni in Germania è aumentato del 15% e continuerà ad aumentare del 5% ogni anno fino ad almeno il 2015, e le situazioni di stati come Francia o Stati Uniti sono analoghe. In un periodo di crisi è naturale che ci sia un riflessione attenta su investimenti e economie, ci colpisce molto però come nel nostro paese la ricerca venga considerata un lusso da potersi concedere solo in periodi di prosperità , piuttosto come il vero motore di una possibile ripresa economica.
Come ultima cosa ci permetta un'ulteriore considerazione: l'evento a cui stiamo partecipando e', in piccolo, una cartina tornasole (certo non l'unica e non la piu' importante) della difficolta' che la ricerca scientifica in Italia ha nel catturare l'attenzione dei giovani e in generale del pubblico. Rileviamo nostro malgrado come ci siano importanti differenze con gli altri paesi, da un lato sulla copertura mediatica dell'evento (molto limitata per l'Italia) e dall'altro sul supporto economico da parte di Universita' e enti pubblici nel rendere possibile la partecipazione di giovani ricercatori italiani ad eventi importanti per la formazione a livello internazionale. Rimaniamo a sua disposizione e la ringraziamo per la disponibilita',
Gianluca Lamanna e Luca Perrozzi a nome della delegazione italiana al meeting di Lindau