Condannato a 16 anni, per omicidio volontario, Matteo Pepe, 44 anni, l'imprenditore di Motta Montecorvino, in provincia di Foggia, in carcere per l'omicidio di Neila Bureikaite, avvenuto a Vasto nell'ottobre scorso. La sentenza è del giudice del Tribunale di Vasto Stefania Izzi, dopo il rito abbreviato di questa mattina nella camera del Gup del palazzo di giustizia di via Bachelet.
A distanza di poco più di 8 mesi dal tragico fatto di sangue, oggi è stato il giorno del processo per l'omicidio di Neila Bureikaite, la ragazza 24enne di nazionalità lituana uccisa in un appartamento di via Sandro Pertini a Vasto dove viveva con il suo compagno, Matteo Pepe, imprenditore edile pugliese di 44 anni, in carcere sin da qualche ora successiva all'omicidio con l'accusa che pende sul suo capo. In Tribunale rito abbreviato per Pepe, così come richiesto dalla sua difesa, rappresentata dagli avvocati Giampaolo Di Marco e Pasquale Morelli. Come previsto, è stata applicata la riduzione di un terzo della pena nella condanna. Fase giudiziaria che si è sviluppata in base ai soli elementi raccolti dalla pubblica accusa, senza dibattimento.
Omicidio volontario era l'accusa: Neila fu ritrovata morta in camera da letto, uccisa da tre coltellate per gli inquirenti inferte proprio da Pepe. L'uomo, dopo la tragedia, aveva contattato lui stesso il 118, dicendo inizialmente di essersi ferito con un coltello. Il suo racconto ed il nervosismo che traspariva non avevano convinto gli operatori sanitari che nel contempo avevano allertato Polizia e Carabinieri. Ed all'arrivo in via Pertini, al secondo piano dello stabile all'inizio della strada, ecco la scoperta del cadavere.
Alla famiglia della ragazza, assistita dall'avvocato Antonio Ottaviano, riconosciuta una somma da rifondere in 200.000 euro.