Non passa giorno o meglio non c’è trasmissione con risvolti politici in cui non si fa riferimento alla “Foto di Vasto”.

Se il Comune incassasse un euro per ogni citazione potrebbe... abolire l’Imu. Ma questa continua citazione ha avuto anche effetti turisti/economici? Da quello che vedo in giro, direi di no. Non sono un esperto di comunicazione, ma mi domando non si poteva cogliere l’occasione per una campagna pubblicitaria che sfruttava questa inaspettata pubblicità dando corpo a questa “Vasto”.

Purtroppo sullo sfondo dei tre leader politici non appare niente e la nostra città resta per il grande pubblico e potenziali turisti un luogo imprecisato. Poteva essere l’occasione da prender al volo, forse potremmo ancora giocarci i templi supplementari, per dare un’immagine e una valenza turistica a quella foto e lanciare e rilanciare la nostra “terra d’eure”. Una gestione creativa e attenta non avrebbe perso questa occasione per proporsi turisticamente, e perché no rendere il cortile d’Avalos un luogo da visitare dove scattare una foto ricordo vicino alla sagoma dei tre. Ma questo richiede anche predisporre un ambiente turistico adeguato e accogliente pronto ad accogliere e riaccogliere sistematicamente i propri 'clienti'. Certo, gli attuali sviluppi del Fosso Marino non induco all’ottimismo, sulla nostra capacità di reazione alle esigenze del mercato. Sembra che non ci si accorga che la concorrenza è sempre più agguerrita per rispondere alle richieste della domanda che con sempre maggiore oculatezza gestisce e gestirà le ferie.

Ritornando al congresso dell’Italia dei Valori, il prossimo settembre si sta avvicinando e, come doveroso per chi gestisce il bene pubblico vastese, occorre prepararsi a ricevere questa vetrina per la nostra città al meglio. Più di qualcuno a più riprese ha segnalato lo stato di degrado del Cortile d’Avalos: le finestre fatiscenti e la pavimentazione da risistemare. Presentiamoci con il nostro miglior vestito, non cerchiamo poi degli alibi per esserci presentati come degli 'straccioni', perché nessuno ci crede ed è controproducente.