La comunità parrocchiale di Santa Maria del Sabato Santo è pronta a vivere una giornata da iscrivere negli annali, quella della solenne cerimonia di dedicazione della nuova chiesa, prevista domenica 27 maggio, dalle ore 18.30, presieduta dal vescovo della diocesi di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte, unitamente al parroco, don Massimo D’Angelo, e ad altri rappresentanti concelebranti e ministranti.
A poco meno di tre anni dalla posa della prima pietra (fu proprio monsignor Forte a farlo, il 9 giugno 2009), il rito si svilupperà secondo un ‘itinerario’ ben preciso: il vescovo raggiungerà l’ingresso della nuova chiesa, con le porte ancora chiuse e, in questa fase, si concretizzeranno la consegna della chiesa e l’aspersione. Dopo la preghiera, verranno aperte le porte e, in processione, i celebranti e i ministranti faranno il loro ingresso nel sacro tempio, seguiti dai fedeli. Subito dopo la benedizione dell’acqua, l’aspersione del popolo e delle pareti della chiesa e dell’altare. A seguire la liturgia della parola e l’omelia, quindi la grande preghiera di dedicazione grazie alla quale si manifesta l’intenzione di dedicare in perpetuo la chiesa a Dio chiedendone la benedizione. In conclusione i riti dell’unzione dell’altare e delle pareti della chiesa, l’incensazione, l’illuminazione dell’altare, la liturgia eucaristica e la reposizione del Santissimo Sacramento nel tabernacolo.
La nuova parrocchia unirà le due comunità di San Michele Arcangelo e Sant’Antonio Abate. Il 29 maggio 1982 (esattamente trent’anni fa), ricorda Lino Spadaccini sul blog NoiVastesi, mons. Vincenzo Fagiolo, allora arcivescovo di Chieti-Vasto, istituì una nuova parrocchia con il titolo di Maria SS. Immacolata. Il 5 ottobre del 1986, il suo successore, mons. Antonio Valentini, conferì a don Tommaso Di Stefano l’incarico di primo parroco della nuova parrocchia, che abbracciava il rione di San Michele ed il nuovo quartiere, in forte espansione, chiamato “dei fiori”. Nel 2001, l’arcivescovo Edoardo Menichelli decise di unire a questa parrocchia quella di Sant’Antonio Abate, sotto il nuovo titolo di Santa Maria del Sabato Santo. Ed è dall’avvento di don Massimo D’Angelo, attuale parroco, dal 2007, che è stato un forte e decisivo impulso alla realizzazione della nuova chiesa. Il progetto di realizzazione, affidato il 15 febbraio 2007 al centro AVE arte di Loppiano (Firenze), il 21 gennaio 2008 è stato approvato dalla commissione d’Arte Sacra della Arcidiocesi di Chieti-Vasto ed il 4 maggio 2008 approvato dalla commissione edilizia della CEI con il coinvolgimento dello Studio Bona di Lanciano. Dopo il rilascio della concessione edilizia da parte del Comune di Vasto, si è passati alla fase esecutiva dell’opera con una spesa complessiva di 3.441.300 euro, di cui il 75% circa finanziato dalla CEI (con i fondi dell’8 per mille) e il restante 25% a carico della parrocchia. Il 9 giugno 2009, come già ricordato, è avvenuta la cerimonia della posa della prima pietra.
Ad occuparsi dell’edificazione è stata la ‘Marrollo Costruzioni srl’ con l’ing. Paolo Mastropaolo direttore tecnico di cantiere, il geom. Alfonso Menna capo cantiere e l’arch. Giampaolo Morelli responsabile. L’ing. Luca Cipollone è stato supervisore per conto della Curia. In questi ultimi giorni sono state asfaltate le vie d’accesso alla nuova chiesa, dalla Circonvallazione Istoniense, da via Alborato e da via Palombari (traversa di via Luigi Cardone in direzione Sant’Antonio Abate).
L’edificio di culto si struttura su due piani: in quello inferiore le opere parrocchiali, con sale a disposizione della comunità ed un auditorium. Tra le varie aule ce n’è una intitolata alla memoria di Enzo Bosco, geometra che si è occupato di alcuni lavori, scomparso qualche tempo fa. Nel piano ad altezza strada il sacro tempio con l’altare, un maestoso crocifisso, il tabernacolo incastonato nella pietra, la fonte battesimale e poi la cappella feriale dove presenti sette finestre che ricordano gli altrettanti sacramenti. Il crocifisso è visibile anche dalla cappella feriale. Il tetto è ricoperto in legno lamellare con tegole di rame. Le campane erano già state sistemate tempo addietro.