L'introduzione dell'Imu ed i provvedimenti relativi adottati dal Comune di Vasto al centro di una lettera-manifesto siglata dal sindaco Luciano Lapenna nella quale il primo cittadino di rivolge direttamente ai vastesi.
Di seguito il contenuto.
Cari concittadini, la difficile situazione economica italiana ha richiesto innumerevoli manovre economiche, che incidono pesantemente sul bilancio del nostro Comune. Ci attendono sacrifici, e come ho sempre fatto risponderò a voi delle scelte operate per il bene della nostra Vasto.
Desidero però fare un po' di chiarezza. Con la reintroduzione dell'ICI-IMU sulla prima casa, si sta facendo largo la convinzione, completamente infondata, che questa sia una tassa che resterà ai Comuni, ma non è così: di municipale l'imposta ha solo il nome, il suo gettito invece finirà allo Stato. È un meccanismo complicato anche da spiegare: da quando è stata abolita l'Ici sulla prima casa i comuni ricevono dallo Stato un indennizzo per le entrate mancanti, ma questo indennizzo nel tempo è stato tagliato sempre di più. Sono stati programmati tagli per 1,62 miliardi nel 2012, 1,76 miliardi nel 2013 e 2,16 nel 2014. Oggi che viene reintrodotta l'ICI-IMU non andrà ad aumentare le entrate comunali (prima della sua abolizione era una tassa comunale), perché quello che i Comuni dovessero guadagnare con l'Imu, verrà sottratto dallo Stato ai trasferimenti destinati a quel Comune: questo è scritto nella legge, a meno che i Comuni non applichino il massimo dell'aliquota prevista, cosa che la mia Amministrazione non ha fatto, per non oberare i cittadini con pesi insopportabili. Anzi, ai Comuni viene imposto un ulteriore taglio di 1,45 miliardi, che per il nostro Comune si traduce in una riduzione di importo pari a circa 2.000.000 di euro.
Il conto è presto fatto: lo Stato incassa la tassa "comunale", e il Comune ci rimette sia la faccia che la cassa. Complessivamente, dal 2008 al nostro Comune sono stati tagliati 5.591.817 euro, il 19% delle nostre entrate. Inoltre abbiamo contribuito con il patto di stabilità per ulteriori 2.797.000 euro al risanamento della finanza pubblica. Il patto di stabilità è quel meccanismo che ci impedisce di spendere i soldi che avremmo già nelle casse del Comune e che potremmo utilizzare per le opere sul territorio - dalla manutenzione delle scuole agli investimenti che abbiamo programmato - ma che non possiamo spendere, perché dobbiamo, con i soldi del nostro Comune, garantire il debito dello Stato. L'unica libertà che ci è stata lasciata è quella di aumentare le aliquote dell' Imu. I pochi aumenti da noi apportati escludono gli anziani con più di 65 anni e con basso reddito. Per gli immobili diversi dalla prima e seconda casa, abbiamo previsto una aliquota minima, dell'8,1 per mille, per dare una mano agli operatori che, in questo momento, vivono momenti difficili, in assenza di un grande piano di investimento dello Stato per il rilancio dell'economia.
Sia io che molti colleghi, sindaci di altre città , soffriamo al pensiero di aumentare le tasse ai cittadini, già sufficientemente tartassati. L'alternativa a questo, però, è la riduzione dei servizi essenziali per i cittadini, mentre stiamo tentando, disperatamente, di mantenere, nonostante i tagli dei trasferimenti regionali, i servizi per il sociale, nonché i servizi essenziali per le fasce più deboli della popolazione, come i servizi scolastici e il sostegno agli anziani. Si parla di tagli agli sprechi e ai privilegi, ma noi lo stiamo facendo da anni e lo continuiamo a fare. La verità è che dopo anni di tagli, i Comuni hanno contribuito più di altri a diminuire la spesa pubblica, gli stipendi dei dipendenti sono più bassi che in altre amministrazioni e, ciò nonostante, chiudono i bilanci con difficoltà crescente.
La mia indennità mensile lorda è pari a € 3.806,28 (nette € 2.292,56) per dodici mensilità . I miei assessori percepiscono una indennità netta che varia da € 1.275,50 per chi non ha redditi da lavoro dipendente e € 647,02 per chi ha redditi da lavoro dipendente, mentre i Consiglieri Comunali non percepiscono nulla. Cifre, queste, che sono una frazione degli stipendi dei politici che vengono agitate dai media nazionali e che tanto indispongono i cittadini. Se oggi si tagliano i fondi ai Comuni con la convinzione che questi siano solo una fonte di spreco, domani molti servizi che i Comuni garantiscono non si potranno più avere. I tagli ai Comuni sono tagli ai cittadini. Insieme dobbiamo riuscire a far valere le ragioni della nostra Comunità .