“Noi nel pollaio, voi in Villa Falconieri”: con questo slogan gli studenti delle classi seconde del Liceo Scientifico Mattioli di Vasto hanno voluto far sentire la loro voce di protesta contro l’attuale sistema scolastico che da un lato toglie fondi decretando l’accorpamento delle classi, che ora dovranno essere composte da non meno di 27 alunni stipati come in un “pollaio”, ma che dall’altro lato destina milioni di euro ogni anno all’esecuzione delle prove Invalsi.
La maggioranza degli studenti si chiede a cosa servano queste prove mentre possono immaginare chi favoriscono vista la sede dell’Invalsi, appunto Villa Falconieri dove, per intenderci, è stato girato lo sceneggiato televisivo “Elisa di Rivombrosa”.
Ci si chiede, con profondo convincimento, come sia possibile ridurre la valutazione del grado di preparazione degli studenti alla correzione di un questionario dove le risposte vengono scelte semplicemente apponendo una croce sulla casella corrispondente, in un modo che è più vicino all’azzardo che al merito. Va poi detto che i dati scaturiti dai “quiz” non sono anonimi dato che su ogni prova viene apposto un codice univoco che identifica lo studente e potrebbe consentire il trasferimento dei suoi dati sensibili senza chiederne il consenso, non è questa una forma di schedatura?
E’ per questo che, condividendo la finalità, moltissimi studenti hanno voluto dare un segnale significativo della loro protesta consegnando i fascicoli delle prove in bianco oppure non prendendo parte alla rilevazione degli apprendimenti o, ancora, rendendo in qualche modo invalide le risposte date.