C’è un esposto alla Guardia di Finanza per il licenziamento frettoloso di un volontario da parte del comitato della Croce Rossa di Vasto.
Già in servizio come autista di ambulanza all’ospedale di Guardiagrele, questo volontario racconta nell’esposto i motivi per cui, secondo lui, sarebbe stato cacciato. Il licenziamento è arrivato dopo le sue lamentele per le condizioni in cui si svolge il servizio ambulanze che la Cri di Vasto si è aggiudicato vincendo una gara appalto della Asl di Chieti per affiancare i mezzi di soccorso del 118.
L’entrata in servizio della Croce Rossa all’ospedale di Guardiagrele è avvenuta infatti a seguito alla riforma regionale della rete dell’emergenza urgenza: in questo quadro sono stati rivisti i rapporti e le tariffe con le varie strutture di soccorso (dalla Croce Rossa alle varie Misericordie e Croci Gialle o Verdi), come deciso a suo tempo dall’ufficio del Commissario alla Sanità a suon di tagli ai costi dei servizi. Di qui le gare di appalto e l’arrivo del Comitato Cri di Vasto guidato da Maria Luisa Del Forno. Anche se vincitore della gara la Cri non aveva il personale a sufficienza, tanto che si è rivolta ai volontari in servizio a Lanciano, come appunto Maurizio Spagone, l’autista licenziato in tronco, che non ci sta a subire quella che ritiene una «vendetta».
«Non mi hanno rinnovato il contratto dopo che ho denunciato all’interno della Croce Rossa tutti i motivi del mio disagio nell’espletare il servizio in condizioni disumane – ha dichiarato a PrimaDaNoi.it - ad esempio 12 ore di lavoro giornaliero pagate però con un contratto da 20 ore settimanali. Naturalmente mi riservo iniziative sindacali ed ho preparato un dossier che ho allegato alla denuncia presentata alla GdF. Di tutto però ho già informato Michele Montanari, direttore regionale della Cri Abruzzo».
Ma rispondendo alle segnalazioni di queste irregolarità , in sostanza la Cri regionale ha addossato la responsabilità del licenziamento all’agenzia interinale Obiettivo Lavoro, che fornisce la manodopera alla Cri di Vasto e che è subentrata alla Lavorind di Ortona. Invece «per ciò che attiene alle condizioni di utilizzo del personale e dei volontari – scrive Montanari nella nota ufficiale allegata alla denuncia - si è già provveduto ad un fermo richiamo di tutti i comitati, compreso quello di Vasto, al rispetto delle regole, del buon senso e soprattutto delle condizioni di massima sicurezza». Raggiunto telefonicamente, il direttore regionale conferma di essere a conoscenza delle irregolarità segnalate, ma ritiene che si deve «analizzare il disagio complessivo, separando i comportamenti individuali e quelli della struttura. Intanto confermo che il rapporto di lavoro è stato interrotto dall’Agenzia interinale e quindi la Cri non c’entra. Per le altre segnalazioni si sta monitorando il problema». Di più forse il direttore regionale non poteva dire.
Si tratta ora di controllare la gestione del Comitato di Vasto, fotografata da un bilancio di circa 400 mila euro l’anno, di cui la metà provenienti dall’appalto Asl per il 118. Tra le tante cose denunciate anche quella del trasporto delle bombole di ossigeno. «Dove non esiste in loco una ditta che fornisce l’ossigeno», ha detto l’ex autista, «alcuni dipendenti portano le bombole nella propria autovettura per farle ricaricare. Il che non è regolare, perché l’ossigeno è un materiale pericoloso e va trasportato con mezzi idonei e con una patente speciale. Tutte cose che io ho denunciato inutilmente. Poi sono stato licenziato, altro che la solidarietà della Croce rossa…». A questo punto la Finanza dovrà verificare le cose scritte nell’esposto ed eventualmente sanzionare illeciti.