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Impianto 'Vastocem' a Punta Penna e possibili rischi ambientali: chiesto lo stop dei lavori

Iniziativa del Comitato cittadino per la Tutela del Territorio

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Vastocem: il Comitato cittadino per la Tutela del Territorio chiede la sospensione dei lavori. Paventati rischi ambientali.

 

Il Comitato per la Tutela del Territorio ha sollecitato il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, e gli Enti coinvolti nella procedura di autorizzazione per la realizzazione dell’impianto, sito nell’area industriale di Punta Penna, nella zona di protezione della Riserva di Punta Aderci, a sospendere i lavori in attesa di chiarire l’iter del procedimento autorizzativo.

 

“Una richiesta anche a tutela di legittimi interessi aziendali – ha dichiarato il coordinatore del Comitato Michele Celenza – in quanto, dalla conferenza dei Servizi svoltasi il 27 aprile scorso presso il Servizio Tecnico della Provincia di Chieti, è emerso che l’impianto, destinato all’insacchettamento di cemento sfuso di acquisto e macinazione di inerti, non avrà un tasso di inquinamento assolutamente nullo – prosegue Celenza - Infatti, la semplice disamina del Quadro Riassuntivo delle Emissioni, elaborato dai Tecnici aziendali, evidenzia un notevole rilascio di polveri di cemento e metalliche (circa 30 tonnellate all’anno), cui vanno aggiunti l’inquinamento da rumore e da traffico veicolare (si stima un utilizzo annuale di circa 3300 camion). Mentre ancora nulla è stato comunicato circa la produzione di rifiuti”.

 

Secondo il Comitato è assurdo che a mobilitarsi siano stati semplici cittadini ed associazioni, mentre dal 2005 al 2011 nessuno degli Enti interessati al Procedimento, Coasiv, Comune, Sportello Unico Attività Produttive, Asl, ha mai ritenuto di valutare le problematiche oggi emerse: “Solo oggi si chiede una valutazione dell’Arta – riprende Celenza - Inoltre, come emerso dalla CdS, qualora risultassero giuste le tesi comunali (necessità di espressione del parere da parte del Comitato di gestione della Riserva ed acquisizione della Via), contestati dalla ditta ma già presenti nelle osservazioni del Comitato e delle Associazioni, il procedimento autorizzativo che ha permesso l’inizio dei lavori risulterebbe carente. Insomma – conclude Celenza – Ci troveremmo dinanzi ad un iter che viaggia su due binari: si autorizza e si realizza la costruzione del manufatto e, poi, si procede alla verifica della sua possibile attivazione evidenziando, ma in sede diversa, una importante carenza di documentazione necessaria per l’autorizzazione. Ogni commento appare superfluo”.

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