Sulla necessità di dover tutelare la costa teatina, alla luce della dismissione della linea ferroviaria Adriatica nel tratto Ortona-Vasto, si dicono tutti d'accordo, non c'è però identità di vedute su come arrivare a questo risultato. I rappresentanti di Regione Abruzzo, Provincia di Chieti e associazioni ambientaliste, dopo un incontro tenutosi nelle settimane passate al Politeama Ruzzi di Vasto, si sono ritrovati nella sala Mazzini di Lanciano, dando vita ad un confronto serrato e franco dal quale è scaturita un'impressione di fondo: le divergenze di vedute per approdare ad un progetto unico di tutela complessiva sono ancora tante. E forse sono troppe per sperare in una schiarita prima della data del 14 novembre, quando in programma un vertice con Rfi, proprietaria della linea ferroviaria dismessa, per discutere del futuro delle aree di risulta. Il consigliere regionale dei Verdi Walter Caporale ha proposto, recentemente, alcune modifiche all'iniziativa di legge regionale a firma dei consiglieri regionali La Morgia-Orlando-Tagliente e dell'assessore regionale all'Ambiente Caramanico: ''Non condivido questa volontà di fare per forza in fretta. Una vera riserva naturale non può non comprendere anche tutti i siti di interesse comunitario a monte e a valle delle aree ferroviarie dismesse, nell'attesa di un vero e proprio parco costiero''. Di diversa opinione l'assessore Franco Caramanico: ''Bisogna far presto e mettere immediatamente dei paletti contro il rischio di speculazioni, anche per poter procedere ad eventuali espropri. La perimetrazione di un'area antropizzata è difficile da realizzare. E non posso nemmeno concordare con l'iniziativa della Provincia per una destinazione urbanistica''. Immediata la replica del presidente della Provincia, Tommaso Coletti: ''E' impensabile porre un vincolo soltanto per l'ex tracciato ferroviario, come sostiene Caramanico. E non voglio pensare ad espropri, perché il buon rapporto con Rfi va assolutamente salvaguardato''.