Si preannunciano tempi duri per la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona. Stando infatti a quanto riportato nei giorni scorsi dal quotidiano economico di Confindustria, cioè Il Sole 24 Ore, sarebbe proprio l'Abruzzo la regione italiana più penalizzata dalla recente acquisizione per fusione della Bls e della Cassa di Risparmio de L'Aquila da parte del Gruppo Bper - Banca Popolare dell'Emilia Romagna.
Gli istituti bancari del nostro territorio appartenevano già , di fatto, al colosso finanziario con sede centrale a Modena, ma solamente dal 2013 ci sarà la fusione effettiva. I numeri dell'operazione - se saranno confermati - sono senza dubbio importanti, e non di certo a favore dell'Abruzzo. Su un totale di quasi 12mila dipendenti, 450 saranno gli esuberi, mentre 750 persone andranno in mobilità infragruppo.
A pagare di più, però, sarà proprio la nostra regione, in quanto l'amministratore delegato del Gruppo Bper, Luigi Odorici, ha annunciato 220 tagli complessivi dentro la Carispaq e la Bls. Nello specifico, la Carispaq vedrebbe il proprio organico diminuire di 100 unità , mentre la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona verrebbe privata di 120 dipendenti. Una ristrutturazione in piena regola, insomma, che vedrà molte persone senza un lavoro (anche se incentivate) e altre ancora in prepensionamento volontario; il resto, invece, dovrebbe essere riqualificato. Dall'altro lato, il gruppo Bper offre ai sindacati il blocco delle esternalizzazioni e il rientro di attività cedute a società esterne.
Immediate le reazioni: Maria Antonietta Soggiu, coordinatrice Fabi in Bper, ha dichiarato che «il metodo dell'azienda è inaccettabile e rappresenta un chiaro strappo alle relazioni sindacali, visto che la distribuzione territoriale degli esuberi del piano industriale non è mai stata comunicata alle organizzazioni sindacali: noi l'abbiamo appresa dai giornali. Il taglio di 200 occupati in Abruzzo ci vede contrari - conclude Soggiu - perché colpisce un territorio che è già pesantemente in crisi».