Hanno voluto etichettarlo con il nome di ‘Lapenna: Apriti Sesamo’: è un nuovo dossier che Riccardo Alinovi, dell’associazione Codici Abruzzo, e Stefano Moretti, dell’Osservatorio Antimafia, si apprestano a trasmettere a Procura Antimafia de L’Aquila, Guardia di Finanza e Ispettorato del Lavoro di Chieti.
Al suo interno delibere consiliari, determine dirigenziali e tutta una serie di interventi, prodotti nel tempo, tesi a denunciare quello che i due individuano come ‘Sistema Vasto’ principalmente nell’ambito della gestione dei servizi di nettezza urbana e raccolta dei rifiuti in città. “Denunciamo queste cose da anni – dicono Alinovi e Moretti – e gli ultimi accadimenti dimostrano che non stavamo parlando di un nonnulla, ma tutt’altro”. Alinovi e Moretti parlano nel corso di una conferenza stampa, all’indomani della notizia degli avvisi di conclusione indagini da parte di Finanza e Digos di Chieti ai tre dirigenti della ‘Pulchra’, la società a capitale misto pubblico-privato che gestisce l'igiene urbana a Vasto, Giovanni Petroro (ex amministratore delegato), Enrico Tilli (presidente) ed Ezio Di Santo (membro del Cda) per i quali si ipotizza il reato di subappalto irregolare per il conferimento di incarichi di lavoro a cooperative riconducibili all’ex ad. Sollecitato l’azzeramento del cda e la messa in atto delle procedure per l’indizione di una gara europea tramite la quale affidare l’appalto del servizio rifiuti in città.
Nel dossier viene fatto riferimento all’andazzo di assegnare dalla ‘Pulchra’ il lavoro a cooperative, con dipendenti delle stesse che sarebbero ‘sottopagati’ rispetto al normale, ed incarichi retribuiti, da parte del Comune di Vasto, ad ‘associazioni amiche’ che si sono occupate e ancora lo fanno di informazioni sulla raccolta differenziata (vengono citate Arci, WWF, Legambiente e Giacche Verdi). “E il sindaco, politicamente e amministrativamente, va ritenuto responsabile di tutto questo – dice Alinovi –, altro che la trasparenza tanto sbandierata durante la campagna elettorale”. Gli avvisi di garanzia, ufficializzati ieri mattina, riguardano alcuni aspetti specifici del capitolo ‘Pulchra’ e l’indagine ha preso avvio proprio dagli appelli e denunce di Alinovi, nella passata esperienza amministrativa consigliere comunale, e Moretti. L’associazione ‘Codici’, poi, dice ancora Alinovi, per mezzo degli avvocati Gianni Menna e Carmine Di Risio, si mette gratuitamente a disposizione per eventuali azioni, da parte dei lavoratori delle coop interessate per ulteriori somme a loro dovute e non corrisposte e dei cittadini qualora si determinasse la scoperta di un danno erariale nella gestione pubblica del servizio. “E in tutto questo la politica è stata responsabile in misura trasversale per i controlli mancanti”, concludono Alinovi e Moretti.
FUTURO E LIBERTA’ – Relativamente all’indagine sui vertici della ‘Pulchra’ intervengono Giuseppe La Rana e Davide D’Alessandro, coordinatore cittadino e capogruppo di Fli in Consiglio comunale. “La grave accusa di subappalto irregolare – si legge in una nota - dovrebbe indurre l'amministrazione comunale a prendere le redini della situazione ed agire immediatamente per la tutela di tutti i cittadini vastesi, proprietari al 51% della ‘Pulchra’. La gestione di importanti servizi, come quello dei rifiuti, viene alimentata grazie ai continui sforzi che vengono chiesti ai contribuenti, ed è estremamente positivo che la magistratura abbia aperto un’indagine per verificare se l'accordo o l'esecuzione del contratto tra il pubblico ed il privato abbiano effettivamente l'obiettivo di privilegiare il primo e non il secondo. Se è vero – come sostenuto dalla magistratura - che la ‘Pulchra’ ha affidato per 13 anni importanti servizi ad altre società private, tutte facenti capo a Petroro, ci chiediamo quale ruolo hanno svolto, in tutto questo tempo, le varie amministrazioni comunali. Chi aveva l’onere di controllare ed approvare i bilanci annuali quali interessi ha tutelato? Se le accuse degli inquirenti dovessero essere fondate ci troviamo davanti ad una Illecita copertura, o, quantomeno, ad una gravissima incapacità di controllo da parte dell’amministrazione. In entrambi i casi riteniamo sia comunque una circostanza talmente preoccupante da imporre un intervento efficace, concreto ed immediato da parte degli amministratori comunali”.