“La responsabilità della confusione creata intorno al problema dell’insediamento della centrale a biomasse, è dell’attuale Amministrazione comunale e degli atteggiamenti ondivaghi ed incerti da essa assunti”: va giù duro il consigliere regionale Giuseppe Tagliente che ha risposto alla lettera aperta che Ivo Menna, storico ambientalista vastese, aveva scritto a lui e al collega Antonio Prospero (richiamandoli ad un impegno di contrasto in Regione, ndr.).
“Occorrono scelte improntate alla mediazione degli interessi – prosegue Tagliente -. Il turismo non può rappresentare l’alternativa dal momento che anche laddove funziona non copre mai più del 30% del Pil. La politica e le istituzioni si mobilitino intorno ad una strategia che metta lo sviluppo del porto di Punta Penna al centro di un nuovo modello di sviluppo locale incentrato sullo scambio commerciale con la sponda orientale ed in questo quadro ripensino la funzione, l’estensione, gli insediamenti della zona industriale”.
Da Tagliente due proposte operative: la possibilità di insediare altre attività commerciali nella zona di Punta Penna o di trasformare in commerciali, se inutilizzati per scopi industriali, i capannoni esistenti; la revisione del Piano Regolatore Territoriale del Coasiv, diversificando per aree tipologiche, in modo che ogni agglomerato industriale (Dogliola, Casalbordino, Fresagrandinaria, Furci, Gissi-Monteodorisio-Scerni, Cupello, San Salvo,Roccaspinalveti, Punta Penna, Lentella, Guilmi) abbia una destinazione legata alla tipologia degli insediamenti industriali e produttivi, ivi compresi quelli di energia.