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Stop di un anno al Parco Costa Teatina, l'amarezza di Maria Rita D'Orsogna

Lettera al senatore D'Alì e risposta da un collaboratore di Commissione a Palazzo Madama

a cura della redazione
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Lo stop di un altro anno all'istituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina al centro di una lettera inviata al senatore siciliano D'Alì, firmatario dell'emendamento - contenuto nel decreto 'milleproroghe - licenziato dal Parlamento, da parte di Maria Rita D'Orsogna, la docente dell'Università di Los Angeles di origini abruzzesi in prima linea per la difesa dell'ambiente e la lotta alle ipotesi di petrolizzazione sulla costa e nel territorio abruzzese. "In questi giorni in Abruzzo - scrive la prof.ssa D'Orsogna - c'è molta discussione sul Parco della Costa Teatina, la cui istitiuzione fu approvata dal governo già nel 2001. Finalmente nel 2011 avrebbe dovuto esserci la perimetrazione ufficiale, dopo tanti anni di attesa, sensibilizzazione del cittadino medio e di 'scontri' con cementificatori, palazzinari e petrolieri e qualche volta politici, tutti con interessi personali. Questo Parco, fra le altre cose, avrebbe portato all'applicazione del decreto Prestigiacomo nella sua espressione più stringente - 12 miglia - su tutta la riviera meridionale dell'Abruzzo. Io stessa ne parlai in Senato come un possibile metodo per aiutare a fermare le trivelle selvagge". Relativamente al rinvio: "Siamo tutti molto delusi e ci sentiamo, ancora una volta, abbandonati dai nostri rappresentanti poltici. La Costa Teatina - aggiunge la docente - è un'area speciale, salvata dalla cementificazione selvaggia a causa della presenza della ferrovia, ora rimossa, e che ha lasciato chilometri di spiaggia naturale, di boschi, di calli, di natura incontaminata. L'area ha un forte richiamo turistico da tutta Italia e la gente la vuole tenere cosi com'è, protetta da speculatorie da petrolieri. Questo ennesimo ritardo avrà, secondo me, conseguenze molto spiacevoli: a parte i soliti affaristi pronti a costruire villette ed ecomostri in riva al mare, gli stessi petrolieri (della Mediterranean Oil and Gas) hanno già richiesto di trivellare la riviera con il permesso 'Ombrina Mare' e ci sono anche altre richieste da parte della Petroceltic. Ombrina Mare è stata già bocciata, perché doveva sorgere a 5 km da riva. I petrolieri ora ci riprovano chiedendo di spostarlo di qualche chilometro, fuori dalla fascia delle 5 miglia, ma pur sempre vicinissimo alla riva. Spero che ci siano stati dei fraintendimenti, spero che questo Parco venga perimetrato 'prima' che i petrolieri arrivino e prima che palazzinari avranno cementificato tutto. Per ora mi resta solo l'amaro in bocca, di tante belle parole ma pochi fatti", conclude D'Orsogna. A replicare non è il senatore, ma un collaboratore, consulente della XIII Commissione al Senato, Salvatore Braschi. "Il Parco Nazionale della Costa Teatina - scrive Braschi - non è stato sin qui istituito anche, e forse soprattutto, per le difficoltà e le contrarietà emerse da parte di molte istituzioni locali, rappresentative delle comunità locali. Si sono perse occasioni importanti nell’arco di oltre un decennio. Un Parco è innanzitutto partecipazione, oltre ad essere conservazione degli ecosistemi di pregio e incentivazione per concreti modelli di sostenibilità. La proroga stabilita nel 'milleproroghe' serve a offrire un’importante occasione di recupero per i soggetti titolati e rientrare con i tempi nella procedura ordinaria evitando così il nascere di un Parco già 'commissariato'. Si valuterà di presentare anche un ordine del giorno parlamentare che impegni il Governo a concludere rapidamente l’istruttoria e perfezionare la procedura ordinaria nel più breve tempo possibile così come del resto ci assicura in via informale il Ministero. In questa stagione di grandi e inusitate limitazioni per la finanza pubblica, istituire un Parco mediante commissariamento (delle procedure, dei luoghi, delle perimetrazioni, dei divieti, delle governance) e peraltro in assenza di certezze di ordine finanziario avrebbe potuto produrre forti crisi di rigetto nei confronti di uno strumento che resta tuttora una vocazione strategica per vaste aree del Paese. Il Ministero dell’Ambiente, da tempo opera in una fortissima difficoltà nel poter procedere a nuove istituzioni di Parchi nazionali, sia per la mancanza dello strumento previsto dalla legge (la segreteria tecnica) sia per le prevedibili difficoltà di ordine finanziario che vengono frapposte dal Ministero dell’Economia. Ciò vale, per esempio, anche per i quattro Parchi nazionali previsti in Sicilia di cui da tempo il senatore auspica l’istituzione". Altri riferimenti di Braschi: "Segnalo tre fatti concreti: nessun Parco nazionale è stato mai istituito in Italia mediante commissariamento; ad oggi nessuno aveva provveduto, né avviato l’iter, per la nomina del Commissario (e dal 30 settembre sono passati ben 5 mesi); i Parchi nazionali sono un bene troppo importante per il nostro Paese. Per questo vanno fatti e fatti bene, per essere poi difesi e fatti funzionare. La soluzione estrema, un commissariamento che ne preveda l’istituzione “dall’alto”, mai adottata prima, va utilizzata con estrema cautela, a tutela delle comunità locali e dei Parchi stessi. Ora la procedura per l’istituzione è al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Abruzzo ma è intenzione del presidente D’Alì monitorare e sollecitare la conclusione del procedimento istitutivo per le ragioni evidenziate nella missiva".
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