Dal vice sindaco e assessore alle Politiche sociali Antonio Spadaccini riceviamo e pubblichiamo questo intervento in risposta ad un precedente intervento del consigliere comunale di Progetto per Vasto Andrea Bischia sulla tematica dei servizi sociali.
Il recente intervento, per la verità impreciso nei dati citati ed ancora una volta “allarmante”, del consigliere comunale di Progetto per Vasto Andrea Bischia sul delicato e complesso argomento del “Dopo di Noi”, mi consente di specificare a tutti i vastesi, il piano di interventi che l’Amministrazione comunale e l’Istituzione dei Servizi Sociali, nel merito del problema, stanno implementando a favore dei disabili e delle loro famiglie. L’attuale Piano di Zona del Comune di Vasto, triennio 2011/2013, ha programmato tra gli interventi in favore dei disabili, un servizio di “Integrazione rette per l’ospitalità di disabili in strutture residenziali” che, tra gli obiettivi specifici, ha quello di provvedere alla ospitalità di persone diversamente abili, privi di rete parentale e non in grado di svolgere le normali azioni della vita quotidiana. Le risorse finanziarie relative a tale progetto, previste nella misura di €. 70.000,00 per ciascun anno del triennio, permetteranno così all’Amministrazione comunale di farsi carico dell’integrazione della retta per la spesa da sostenere presso la struttura residenziale prescelta.
Per i genitori dei disabili l’incertezza del “dopo” è angosciosa; e la “buona” politica deve perciò essere fortemente impegnata a creare comunque condizioni di assistenza e sicurezza per il futuro, garantendo ai disabili un avvenire sereno anche “in assenza” dei familiari più prossimi. Essenziale in tale prospettiva risulta essere l’impegno continuo degli operatori sia nel preparare preventivamente i disabili a tale diversa situazione di vita sia nell’istruirli alla maggior autonomia possibile, promuovendone sempre più l’integrazione sociale. Poiché inoltre c’è la volontà di attivare una struttura residenziale riservata a soggetti disabili privi di reti parentali primarie anche nel territorio del Comune di Vasto, l’Amministrazione, attraverso l’Istituzione dei servizi sociali, si sta già impegnando per cercare di reperire un edificio adatto allo scopo. Naturalmente tale ambizioso progetto, anche per la necessaria ricerca di finanziamenti certi e stabili per il futuro, richiede tempi tecnici e organizzativi non brevi. A tal proposito, l’auspicio di chi scrive è che la motivazione di genitori propositivi e la disponibilità operativa delle associazioni dei disabili possano determinare la nascita di una “Fondazione” che, senza fini di lucro, “vigilata” dalla autorità tutoria ed “obbligata al perseguimento dello scopo indicato dai suoi fondatori costituenti” possa gestire efficientemente il patrimonio, “indirizzandone le attività esclusivamente per il raggiungimento dei fini dichiarati”!
In relazione infine al “chiodo fisso”, non della Amministrazione ma del consigliere di Progetto per Vasto di ricercare motivi di “polemica di parte” su temi di interesse sociale e che riguardano le sempre più numerose necessità assistenziali di anziani, minori e disabili, una riflessione finale appare doverosa. Bischia sa, da ex Presidente del precedente Cda della Istituzione, che i fondi destinati ai servizi sociali e specificati nel Piano di zona, sono, per la quasi totalità, di provenienza comunale. La nostra Istituzione dei servizi sociali perciò vive, opera ed assicura i servizi a chi ne ha bisogno essenzialmente perché il Comune, per chiara scelta politico-amministrativa, impegna e trasferisce con regolarità le risorse necessarie. Il sottoscritto ritiene pertanto importante non la difesa acritica della Istituzione in sé, ma il fattivo impegno di tutti per evitare in ogni modo sia la diminuzione dei fondi comunali dedicati ai servizi sociali sia modifiche organizzative che presentano un realistico rischio di incidenza negativa sulle prestazioni e servizi ora garantiti ai cittadini.
LA CONTROREPLICA DI BISCHIA - In merito al comunicato alquanto scontato ma soprattutto infelice dell’assessore Spadaccini, che evidentemente parla senza rendersi conto di quanto denuncia, per il semplice fatto che il sottoscritto l’unico “chiodo fisso” che ha è quello di tutelare l’organizzazione e quindi scongiurare la chiusura della Istituzione dei servizi sociali, mentre di contro il “chiodo fisso“ di questa Amministrazione e quindi dell’assessore Spadaccini è quello di chiudere l’istituzione, in modo tale che i fondi possano più o meno essere gestiti e quindi destinati ai vari servizi a seconda di una volontà più politica che di natura sociale. Da ex Presidente dei servizi sociali so benissimo che il 70% dei fondi destinati alla struttura sono di provenienza comunale, appunto e dico appunto viene da pensare che chiudendo la struttura, l’Amministrazione potrà utilizzare detti fondi per altri scopi, e decidere più per convenienza che per esigenze sociali. Non a caso lo sportello antiviolenza a favore di donne maltrattate è stato destinato ad una società di San Salvo, quintuplicando l’importo, e quindi i costi, a differenza del vecchio Piano di Zona che prevedeva una spesa pari a 10.000 euro. Questo ha portato ad un taglio di spesa nei confronti del progetto voucher, sempre per la categoria di donne svantaggiate, notevole, infatti è stato ridotto dalle 30 alle 20 unità il personale, con tutti i disagi che ne comporta. Sarebbe importante capire le motivazioni di questa scelta scellerata e dispendiosa, che ha creato disagi socio-economici a molte donne rimaste fuori dal progetto voucher, a favore invece di personale adibito allo sportello anti-violenza, e mi chiedo perché questa impennata di costi? Forse perché si vuole garantire il personale all’interno dello stesso? L’assessore Spadaccini farebbe bene a dire come stanno le cose e spiegare alla comunità cosa vuole fare della Istituzione dei servizi sociali e non interpretare gli interventi come strumentali o peggio attacchi alla sua persona. Abbiamo tutti interesse affinché le categorie svantaggiate e più deboli vengano tutelate.