La ‘punta dell’iceberg’ per l’emergenza lavoro nel Vastese, in questo ultimo periodo, è certamente rappresentata dalla Golden Lady della Val Sinello in dismissione (con quasi 400 lavoratori, donne per la gran parte, fuori dal ciclo produttivo), ma sono tante altre le preoccupazioni nel territorio, per realtà industriali, piccole e medie soprattutto, in notevole sofferenza e con prospettive di certo non incoraggianti.
Il quadro generale, insomma, non è dei più confortanti. Nell’ultimo sabato di questo mese di gennaio, così come avvenuto qualche settimana fa, torneranno ad animare un presidio davanti alla sede della Golden Lady a Gissi maestranze ed esponenti del sindacato per mantenere accesi i riflettori sulla vertenza e continuare a sollecitare la politica a fare la sua parte. Sull’eventuale riconversione si fondano le speranze di chi oggi non lavora, una situazione che – seppur ‘mitigata’ dagli ammortizzatori sociali – di sicuro non rende tranquilla l’esistenza di tanti. E si attendono novità anche sul fronte del riconoscimento dell’area cosiddetta ‘speciale’ di crisi, dando concretezza a quanto, fin qui, è rimasto soltanto un progetto sulla carta. Golden Lady in primo piano, ma, come detto, sono anche altre le realtà a rischio: dalla Cima Cosmos dell’area industriale di Piana Sant’Angelo a San Salvo - ormai indirizzata alla cessazione dell’attività con più di 20 dipendenti in bilico (lunedì prossimo vertice all'Assindustria di Vasto su questa vertenza) - ad altre imprese alle prese con difficoltà nella produzione e sempre più massiccio ricorso alla cassa integrazione (specie nell'area della Val Sinello, ma non solo). Tra ottocento e mille, secondo le stime dei sindacati, i posti a rischio nel territorio.
E meno male che in qualche maniera, pur se con non pochi ‘spifferi’, tengono le grandi realtà industriali della zona Vastese, Denso e Pilkington in modo particolare. Allargando il ‘tiro’ a livello nazionale è di questi giorni la previsione che in questo 2012 rischieranno il posto di lavoro 300mila persone. Al Ministero dello Sviluppo economico sono circa 230 i tavoli aperti per cercare una soluzione alle crisi aziendali che complessivamente coinvolgono 300mila lavoratori, con rischi occupazionali immediati per 40mila persone.
"Le vertenze attive con tavoli che si convocano frequentemente – si sottolinea in fonti ministeriali - sono oltre un centinaio, poi ci sono vertenze che invece hanno una dimensione un po' meno pressante e arriviamo a 230 tavoli. Sono coinvolti oltre 300mila lavoratori, e i posti a rischio sono tra i 30mila e i 40mila". I settori più colpiti sono quello dei trasporti, del tessile, delle telecomunicazioni, ma anche l'auto viene monitorata da vicino poiché la situazione è preoccupante a livello continentale. Il mercato stenta a ripartire e a pesare sulle imprese italiane sono le sempre crescenti difficoltà di accesso al credito, il ritardo nei pagamenti tra imprese e da parte della pubblica amministrazione, e il tema dell'internazionalizzazione e della crescita dimensionale.