Su aumento delle tariffe dell'acqua e polemiche sulla gestione della Sasi (la società che si occupa del servizio idrico integrato nell'area Lanciano-Vasto), questioni rilanciate negli ultimi giorni all'attenzione dell'opinione pubblica, si esprimono, attraverso una lunga e dettagliata nota informativa, i comitati referendari ed il WWF nel territorio.
"I comitati referendari - si legge in una nota - si sono opposti, fin dall'anno scorso, all'approvazione del nuovo Piano d'Ambito. Come evidenziato nella diffida del WWF inviata al presidente della Provincia e ai sindaci, mancano completamente importanti atti come la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) e la VINCA (Valutazione d'Incidenza Ambientale). La prima è obbligatoria per tutti i 'piani e i programmi che possono avere impatti significativi sull'ambiente e sul patrimonio culturale' compresi quelli 'elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque' (Art. 6 D.Lgs. 152/2006). La VINCA è obbligatoria per tutelare aree di notevole pregio ambientale come i Siti d'Importanza Comunitaria. Sono atti che vengono adottati in tutta Italia nell'approvazione dei Piani d'Ambito".
Sottolineato, poi, l'esito del referendum. "Il 12 e 13 giugno scorsi 589.126 abruzzesi hanno votato 'Sì' ai referendum. Il secondo quesito prevedeva l'abolizione dalle bollette del 7% per la remunerazione del capitale investito. Il Piano d'Ambito approvato, al contrario, mantiene tale quota. Che fine hanno fatto gli investimenti del precedente piano (2003-2009)? In questi anni è stata percepita una quota di remunerazione di un capitale mai investito. Ci chiediamo di chi sia la responsabilità di una gestione Sasi che ha portato a minori ricavi per 65,7 milioni di euro e che non ha fatto investimenti per ben 105 milioni di euro pur essendo questi previsti. Oggi proprio i minori investimenti effettuati (ma che i cittadini hanno pagato con le loro bollette) sono stati semplicemente rispalmati nei prossimi anni nel nuovo piano con l’aumento delle tariffe. Oggi i cittadini sono chiamati a pagare due volte. I responsabili della cattiva gestione invece no".
Questione Isi-Sasi, infine "I comitati referendari chiedono la fusione e la nascita di un'Azienda Speciale Pubblica. La persistenza di una società del patrimonio, la Isi, accanto alla società che gestisce il servizio, Sasi, rappresenta una violazione normativa (la stessa Legge Regionale 9/2011 ne vieta la permanenza) ed è un caso quasi più unico che raro in tutta Italia. I danni economici relativi ai contenziosi tra le due società e alle spese legali che entrambe presumibilmente sostengono dati i contenziosi; non da ultimo la recente sentenza del Tar che condanna la Sasi ad inserire nel prossimo bilancio (31 dicembre 2011) tutti gli omessi ammortamenti dei beni Isi (si tratta di oltre 15 milioni di euro, che vanno ben oltre il capitale sociale della Sasi, di 1,9 milioni di euro. Una situazione che espone al rischio del fallimento la Sasi e mette in serio pericolo la gestione di un servizio pubblico essenziale.) Il risultato del referendum ha indicato chiaramente la strada da seguire: la gestione del servizio idrico deve essere pubblica. Quindi chiediamo ai sindaci di convocare le assemblee congiunte dei soci (sono gli stessi!) di Sasi e Isi e di avviare il processo di fusione delle due società e la successiva trasformazione della neo-società incaricata di erogare il servizio idrico integrato da Società per Azioni in Azienda Pubblica di diritto pubblico (come sono i Consorzi e le Aziende speciali)".