Più di duecento lavoratori, assieme a rappresentanti del mondo sindacale e politico e cittadini solidali si sono ritrovati stamattina a Gissi, davanti ai cancelli dello stabilimento dell’ormai ex Golden Lady, per prendere parte ad un presidio di protesta organizzato su slancio delle maestranze della fabbrica di calze e collant che ha chiuso i battenti il mese scorso in Val Sinello.
Per i circa 380 addetti, la maggioranza delle quali donne, restano ‘vivi’ gli ammortizzatori sociali, con la cassa integrazione guadagni straordinaria estesa per un altro anno di durata, ma a preoccupare sono le incerte prospettive di riconversione del sito industriale dopo la decisione dell'azienda di puntare sulla delocalizzazione della produzione in Serbia.
"E' importante non spegnere i riflettori su questa dolorosa vertenza - hanno ribadito i rappresentanti sindacali -. Soprattutto per capire come l’annunciato riconoscimento dello stato di area di crisi nel territorio della Val Sinello possa in concreto aiutare i dipendenti rimasti senza lavoro". Oltre agli stessi lavoratori ed ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali territoriali di Cgil, Cisl, Uil, Rsu di stabilimento e Slai Cobas, hanno preso parte alla manifestazione i rappresentanti del comitato ‘A'Vast’ e dei partiti di Rifondazione e Alternativa Comunista. Per la Regione Abruzzo c'era il consigliere e presidente della Commissione Attività Produttive Nicola Argirò, assieme al presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio, al capogruppo del Pd alla Provincia Camillo D'Amico, al sindaco di Gissi Nicola Marisi e ad alcuni colleghi amministratori dell’area vastese. Da Vasto, tra gli altri, il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Forte e l’assessore Marco Marra.
Di Giuseppantonio, nel suo intervento, ha sottolineato come si stia valutando l'ipotesi migliore di riconversione del sito, soluzione possibile grazie agli aiuti della Regione Abruzzo, che dovrà attivare anche un percorso di riqualificazione dei lavoratori. Alcune ipotesi sono in ballo, per il settore calzature ed energetico in particolare, ma tutte da verificare. D’altronde i lavoratori si sono detti stanchi di una situazione che si trascina da anni e soprattutto non disposti più a credere più di tanto ad annunci e promesse. Fatti concreti, insomma, ed al più presto. Per dignità personale e certezza del futuro.
Non sono mancate critiche all'indirizzo del gruppo imprenditoriale Golden Lady che "dopo aver sfruttato i lavoratori di quest'area ora, per continuare a realizzare forti guadagni, preferisce andare a fare investimenti sull'altra sponda dell'Adriatico, dove il lavoro costa meno". Dopo gli auguri 'gelidi' per l'ormai imminente Natale, tutti si sono dati appuntamento nuovamente in Val Sinello per l'ultimo sabato del prossimo mese di gennaio per una nuova grande manifestazione di protesta. E sarà così per ogni ultimo sabato dei mesi a seguire. Per non lasciare nulla di intentato e verificare, passo dopo passo, gli eventuali sviluppi (si spera positivi) che dovessero registrarsi in questa che è, fin qui, una vicenda triste e fedele specchio di una realtà di diffuso precariato e difficoltà .