Preoccupazione e contrarietà alla "nuova strategia d’insediamento nella zona industriale di Punta Penna".
Le esprimono, in una nota, i coordinatori cittadini di Progetto per Vasto, Futuro e Libertà, Alleanza per Vasto e Mpa, Valerio Ruggieri, Giuseppe La Rana, Francescopaolo D'Adamo e Filippo Di Risio.
Il riferimento principale è ai progetti di realizzazione di impianti di produzione di energia dalle biomasse nell’area industriale del porto. "Due sono le realtà produttive in itinere nella zona. Dal punto di vista politico-amministrativo c’è da stigmatizzare e denunciare l’evidente contraddizione in cui persevera il sindaco il quale, se da un lato s’inalbera dichiarando di 'non accettare da nessuno lezioni di ambientalismo', dall’altro fa spallucce, portando a giustificazione del suo atteggiamento rinunciatario l’impossibilità di un’azione di contrasto, così alimentando grande instabilità nella propria coalizione e scarsa determinazione politica a difesa del territorio". Ribadita, poi, la necessità di un “Piano d’Area” per Punta Penna, ritenuto "lo strumento più idoneo a dare regolamentazione a quella parte di territorio, in quanto esso consentirebbe di 'individuare le giuste soluzioni per quei contesti territoriali che richiedono specifici, articolati e multidisciplinari approcci alla pianificazione'".
"Le contraddizioni storiche nell’utilizzo di quella parte del territorio comunale - aggiungono - sono state fino ad ora ritenute tollerabili, giustificando la tipologia delle industrie lì allocate con una interpretazione benevola del principio di eco-sostenibilità, determinata da situazioni di fatto, dalle necessità proprie di un modello di sviluppo economico e dall’assenza decennale di pianificazione e programmazione razionali, anche in ordine agli effetti derivanti dalla contemporanea presenza dell’insieme di più realtà. Quanto, oggi, si prospetta va però ben oltre la tollerabilità a cui si faceva riferimento e determina, nella prospettiva e per il futuro, scelte affatto rispondenti alla vocazione di quel territorio, per nulla conformate al pubblico interesse e lesive dell’immagine propria di una città che vuol essere dedita all’accoglienza".
Evidenziato, poi, il "saldo ambientale negativo tra risparmio energetico ottenuto ed energia consumata per il conferimento delle biomasse; lo scarso vantaggio economico riferibile all’interesse pubblico diffuso; la ben delineata e diversa vocazione dell’intera area territoriale interessata; lo scarso impiego di nuova mano d’opera derivante da tali nuovi insediamenti e preoccupazioni relative alla sicurezza degli impianti".
"Tutto ciò valutato (rimarcando l’imbarazzo ed il silenzio di più ed anche importanti forze politiche che, eludendo il preciso dovere di pronunciarsi sull’argomento riferibile al futuro della nostra città, rinunciano ad affacciare soluzioni), si dichiara l’impegno - concludono - ad evitare ed impedire che l’area di Punta Penna possa ospitare, per il futuro, attività industriali particolarmente impattanti per il territorio circostante e che, comunque, abbiano rilevanza maggiore, nel consumo ambientale, rispetto agli insediamenti industriali già esistenti. Ci si impegna, inoltre, a svolgere per il futuro un’attività di stimolo che induca all’inizio di una fase di riconversione, totale o parziale, delle attività industriali maggiormente impattanti presenti in quell’area".