Il saldo attivo è pari all’1,1 per cento: a fronte di un numero complessivo di imprese, sul territorio comunale di Vasto di 4.031 se ne registrano 4.077 all’ultima rilevazione. La comparazione di dati è nel periodo di un anno compreso tra il 30 settembre 2010 ed il 30 settembre 2011 ed il rapporto è fornito dalla Camera di Commercio di Chieti.
Dati, sottolineano all’ente camerale, in controtendenza rispetto a quanto si verifica nel resto dell’area provinciale. Vasto, insomma, al di là dei sempre preoccupanti riflessi della crisi economica, mostra comunque una certa ‘vitalità’ nel settore. Su questo, stando ai numeri, non c’è dubbio. Ma la sostanza? La ‘fotografia’ che emerge, insomma, riesce poi a trovare fedele riscontro nella buona risposta, a livello di floridità ed espansione, delle varie e numerose attività che vengono intraprese?
L’impressione, generale, è che la sofferenza non manchi, specie per quel che concerne il comparto del commercio. Questo settore, d’altronde, è quello che recita la ‘parte del leone’ anche e soprattutto a livello di consistenza numerica. Molte le attività che aprono, si rinnovano, tante altre, però, sono quelle costrette d’altro canto a chiudere i battenti, ad abbassare le proprie saracinesche, provando, in alcuni casi, a cercare altrove sviluppo e ‘fortuna’. Il centro storico principalmente, ma non solo, offre per certi versi quella che è l’immagine più ficcante della realtà odierna. Cartelli ‘affittasi’ che spuntano ai locali al piano terra, negozi che sono costretti a ‘tagliare’ il personale, bilanci alla fine del mese sempre più magri con cali nelle vendite che si registrano un po’ dappertutto. Anche dalle nostre parti, evidentemente, trova rappresentazione quello che avviene in altre zone dello Stivale e non solo: decrementi significativi nell’ambito delle cessioni al dettaglio, che a volte superano anche le più pessimistiche aspettative, e tendenza, con questi ‘chiari di luna’, a non spendere più di tanto.
“Adda passà a nuttata”, verrebbe da dire. Già, ma quando? Quel che ci accade intorno, per la verità, non induce troppi a manifestare ottimismo e lo stato di precarietà, per molti, fa sentire appieno i suoi negativi effetti. A adesso attendiamo al varco pure le scelte, annunciate ‘dolorose’ ed al limite delle ‘lacrime e sangue’, necessarie per ‘salvare il salvabile’. Intanto, si avvicina il Natale. Iniziano a notarsi le luci tipiche del periodo, le vetrine s’abbelliscono e ‘rifioriscono’. Il periodo, anche questo, sarà una cartina al tornasole essenziale per verificare la realtà economica anche locale. La speranza di poter finalmente riuscire a voltare pagina non manca, ma comincia ad allungarsi troppo… Tra ‘spifferi’ di recessione e malaugurati ‘Eurogeddon’, d’altronde, lo scenario non è dei più incoraggianti. E allora ci ripetiamo: ‘Adda passà a nuttata’ e confidiamo davvero che passi il più in fretta possibile.