Dall'agronomo vastese Luigi Cinquina riceviamo e pubblichiamo questa serie di considerazioni sulle operazioni di potatura effettuate in questi giorni in più punti del territorio comunale e sulla necessità che in città si adotti un completo e funzionale piano del verde pubblico.
Giorni d’autunno, giorni di inizio potatura del verde pubblico, giorni di riflessioni su quello che sarebbe potuto essere e non è...
Si sarebbe potuto utilizzare il regolamento che disciplina finalità, tempi, modi, soprattutto tecniche di potatura degli alberi cittadini che giace in qualche cassetto del Comune di Vasto, al quale come tecnico partecipai alla stesura di una bozza preliminare, in collaborazione con alcune figure politiche della precedente Amministrazione... C’è, invece, la constatazione che si continua ad ignorare la finalità della potatura degli alberi cittadini, le motivazioni che spingono ad eseguire questo o quel taglio (o viceversa a non eseguirlo), che persiste la filosofia del “più si taglia, più l’albero rinvigorisce”, che si crede che la fisionomia a candelabro di platani, aceri, lecci, oleandri che vediamo in questi giorni nell’area terminal bus, piscina comunale, palazzetto dello sport, sia effettivamente la struttura naturale a cui tende spontaneamente la pianta: non credo, in verità, che la natura tenda a simili brutture! Eppoi, il pioppo di Vasto Marina, albero monumentale ubicato in piazza Rodi di fronte alla chiesa di Stella Maris, simbolo del centro balneare che si continua a credere abbia vocazione turistica, decimato da un intervento drastico col taglio delle ramificazioni che ha indignato diversi cittadini e conoscenti, che mi hanno contattato per chiedere spiegazioni in merito.
Beh! La fisiologia vegetale viene completamente squilibrata da simili interventi, che determinano un riscoppio vegetativo con la produzione di tantissimi rami vigorosi, verticali, chiamati tecnicamente “succhioni”, con stretti angoli di inserzione e sicuramente deboli se sollecitati dalla pressione di agenti atmosferici di particolare intensità. Gli alberi potati in questi giorni, ai quali vengono lasciate ramificazioni verticali capitozzate e completamente ripulite dei laterali, subiscono uno squilibrio ormonale (esistono sostanze naturali prodotte dalle piante, le auxine, ormoni vegetali che hanno tra l’altro il compito di controllare le gerarchie nello sviluppo dei rami) proprio perché l’effetto dominanza viene asportato con l’eliminazione degli apici e di tutto il resto.
Assisteremo alla riorganizzazione delle piante, alla prossima ripresa vegetativa, con la produzione di ramificazioni casuali provenienti da gemme latenti, dormienti, che restano nascoste anche per anni – nelle specie che le presentano – proprio perché “dominate” da quelle sostanze chimiche naturali, le auxine, asportate con l’asportazione drastica delle ramificazioni.
E, come già detto, la produzione di questi rami casuali, mal inseriti, deboli, di nessun valore ornamentale perché la pianta perde una propria struttura naturale, oltre all’evidente danno estetico a carico delle piante e della collettività che beneficia del perduto valore ornamentale del verde cittadino, renderà necessari ulteriori interventi di potatura per “aiutare” le piante nella loro riorganizzazione strutturale, con aggravio di costi per le casse comunali già in crisi per le risorse limitate.
Il piano del verde pubblico, una sorta di piano regolatore che disciplina in maniera rigorosa la messa a dimora delle piante e la gestione della loro manutenzione, già da anni utilizzato dalle Amministrazioni di tante cittadine del nostro paese, se rispolverato, ridefinito nei dettagli, applicato e fatto rispettare, potrebbe evitare sicuramente le critiche, il malcontento, la delusione conseguenti ad equivoci ed improvvisazioni per le tecniche non idonee nei tempi e nei modi, applicate periodicamente sulle alberature cittadine, contribuendo in parte al miglioramento estetico della nostra cittadina, visto che di brutture nel nostro comprensorio ce ne sono già troppe!
LA RICHIESTA DEL WWF - "A seguito delle segnalazione di cittadini sulle potature dei platani in varie parti della città e, soprattutto, su quella veramente eccessiva del grande pioppo di Vasto Marina (di fronte alla chiesa Stella Maris), uno degli alberi simbolo di Vasto insieme al tiglio di corso Garibaldi), siamo fermamente convinti, ora più che mai, che occorra finalmente adottare il Piano del Verde (una richiesta che già facemmo nell'aprile 2009). Il Piano del Verde Pubblico è stato consegnato all'Amministrazione comunale durante il suo primo mandato (su sollecitazione della stessa Amministrazione) ed è stato redatto da esperti proprio con lo scopo di seguire criteri botanici certi e rispettosi delle piante e del paesaggio urbano". La nota è di Alessio Di Florio e Ines Palena, rispettivamente referente dell'area Vastese e presidente del WWF Zona Frentana e Costa Teatina.