Dai responsabili del sito www.vastesi.com riceviamo e pubblichiamo questa serie di considerazioni riguardo al progetto di costruzione di una centrale a biomasse nell'area industriale di Punta Penna, a ridosso della riserva naturale di Punta Aderci.
Interveniamo riguardo alla centrale a biomasse e riguardo le dichiarazioni di alcuni esponenti politici per i quali la contrarietà a questa progetto sarebbe definibile come "mancanza di cultura di governo". Ci pare che tali interventi siano sterili e indicativi del degrado culturale e dell’incapacità di progettazionedella nostra classe politica.
Dibattere su una centrale a biomasse, oggi, nel 2011, non ha senso in quanto tale tecnologia è superata. Il Vastese non produce tante biomasse da poter esser conveniente trattarle. Il materiale che la centrale utilizzerà giungerà da lontano, con enorme dispendio in energia, inquinamento e salute pubblica. Questo progetto è solo speculazione.
Che sia una mera speculazione è talmente tanto palese che ci stupisce constatare la mancata presa di coscienza da parte della maggioranza e delle opposizioni. Interessi? Forse... Sicuramente, però, alla base degli atteggiamenti cui assistiamo vi è una grande ignoranza. Non sarà un caso che le forze politiche che si oppongono alla costruzione della centrale siano quelle che contano su esponenti più giovani, più informati e, in percentuale, più istruiti. Sembra che parte dei consiglieri non abbia la ben che minima idea di ciò che succede nel mondo, delle ricerche e dei progressi tecnologici che sono stati fatti. A nostro modo di vedere, invece, la situazione è chiara. L'attuale comparto industriale italiano, cosi come lo conosciamo oggi, è avviato ad un declino costante ed inesorabile. Intervenire con progetti datati e finanziamenti a pioggia produrrà il solo risultato di rubare soldi ai contribuenti e togliere risorse a progetti molto più validi. Bisogna concertare una progettazione territoriale a 20 anni avendo il coraggio di investire su Vasto e tutto il comprensorio industriale, con un progetto che punti in alto e che non reprima nessun potenziale di sviluppo dell’area.
Vastesi.com crede che Vasto possa uscire dalla crisi solo puntando su uno sviluppo sostenibile capace di trainare tutte le attività economiche. Il parco nazionale esteso a gran parte del territorio, Punta Penna inclusa, potrebbe implementare le attività commerciali e velocizzare la delocalizzazione dell'area industriale. A nostro avviso tale delocalizzazione è irrinunciabile. Una scelta in senso contrario potrebbe determinare nell'arco di pochi anni il fallimento di gran parte delle realtà produttive vastesi. Il rischio di insistere sull'area di Punta Penna e sul porto commerciale in una città orfana di scalo merci è quello di condannare Vasto ad un futuro di "città container". Depositi di merce cinese ed indiana pronti a dare il colpo di grazia alle produzioni locali. E' ovvio, inoltre, che continuare a progettare in quell’area industrie e costruzioni industriali mette a rischio l’enorme sforzo fatto finora per mettere la Riserva di Punta Aderci al centro del nostro turismo. Chi vorrà visitare una riserva naturale a due passi da industrie contaminanti? Nei calcoli economici dell’amministrazione non si è tenuto presente il calo di presenze turistiche che produrranno i nuovi progetti industriali e il conseguente danno economico.
A fronte di questa realtà, noi cittadini non possiamo far finta di nulla. Vastesi.com propone da anni l'individuazione di una nuova area industriale da collocare tra i comuni di Vasto, San Salvo e Cupello. Un'area industriale che sia di stimolo per la costruzione di nuove e moderne infrastrutture: reti energetiche capaci di accumulare energia alternativa da produrre in consorzio, una variante alla SS16 circoscritta da pannelli solari e piccolo eolico, manto stradale capace di produrre energia, un'area fieristica costruita in modo da implementare le risorse produttive della zona, incentivi perl'industria del recupero e riciclo rifiuti. Contemporaneamente, puntare sul turismo a Vasto città e sul litorale, soprattutto la zona nord, grazie alla nascita del Parco Nazionale della Costa Teatina. In questo modo, duplicheremo le possibilità di crescita e di sviluppo della città. Chiaramente, per realizzare questo progetto è necessario pensare e progettare su larga scala e puntare sul largo periodo.
Preoccupa, invece, che il dibattito sullo sviluppo economico sia prodotto solo in situazioni d'emergenza e punti solo alla sopravvivenza dell’amministrazione. Il primo passo da compiere è aprire un forum sullo sviluppo economico vastese aperto a tutti i cittadini e a tutte le categorie. Pensiamo a regolari incontri serali tra amministratori, associazioni e liberi cittadini. Un buono sviluppo non può eludere il confronto democratico ed i partiti non possono prendere in ostaggio un territorio. Ci auguriamo che nel futuro prossimo si apra un dibattito sereno e costruttivo che dia come frutto un documento programmatico condiviso da tutte le forze politiche e sociali che sintetizzi le priorità di sviluppo economico di questa città e guardi al futuro. Certo, non sarà facile. Ci vuole coraggio e impegno, ma non ci aspettiamo meno dai nostri amministratori.
Pensiamo che questa sia l'unica vera cultura di governo democratico e siamo convinti che Vasto nè abbia diritto. L’abbiamo detto in varie occasioni: Vasto non è “l’eccezione negativa”. Al contrario, Vasto ha le risorse umane e le potenzialità economiche per diventare un esempio positivo di crescita economica e sociale e partecipazione democratica.