Sette mesi per un mammografia. Nove per un ecodoppler dei tronchi sovraortici. Tanto serve ai vastesi per eseguire le analisi necessarie allo screening.
Accade all'ospedale 'San Pio da Pietrelcina' dove i tempi di attesa rendono impossibile effettuare anche i controlli ciclici di prevenzione. Ne sa qualcosa una paziente che, chiamando il Cup lo scorso fine settimana per prenotare una mammografia, si è sentita rispondere che il primo posto disponibile era il 18 giugno. Peggio è andata a un anziano che, avendo bisogno di un esame ecodoppler della carotide, è stato invitato a presentarsi in ospedale fra 9 mesi.
«Gli operatori mi hanno consigliato di andare a Chieti dove avrei potuto fare l'ecodoppler il 6 marzo 2012, a Vasto il 29 agosto 2012. A questo punto penso di andare fuori regione», dice A.C., 78 anni. Il pensionato non è l'unico a fare le valige. Le lunghe liste di attesa costringono sempre più spesso i pazienti a rivolgersi a strutture private o ad andare in altri centri specialistici a Roma o nel Nord. Innegabili le difficoltà oggettive degli utenti costretti ad attendere mesi anche quando gli esami diagnostici sono necessari per il monitoraggio di gravi patologie. Il cittadino è disorientato e spaventato. «Al San Pio», dice Giuseppe Forte, presidente del consiglio comunale e consigliere provinciale, «per eseguire un ecodoppler bisogna aspettare che un chirurgo o un medico di neurologia esegua l'esame. Eppure basterebbe sistemare lo strumento diagnostico al distretto sanitario e offrire il servizio settimanalmente. Purtroppo la direzione aziendale non prende neppure in considerazione una tale evenienza perché Vasto per la Asl non esiste».
Forte annuncia una interrogazione in Provincia sui tempi diagnostici. «E non solo», dice l'esponente del Pd. «Il dottor Antonio D'Annunzio, primario di Chirurgia del San Pio, è mancato da un anno e mezzo. La Asl non lo ha ancora sostituito. Chirurgia ha un primario part time, il dottor Carmine Lanci, che si divide fra il presidio di Atessa e il 'San Pio'. E' inaccettabile. Tutti hanno diritto alla salute ma per ottenere diagnosi e cure veloci occorre emigrare o pagare il privato. Non è giusto», protesta Forte annunciando che l'argomento sarà discusso anche in Consiglio comunale.