"E' stata un'udienza dura. Sentirsi dire da un perito di tutto rispetto come la Mulas, che a far crollare la Casa dello Studente non è stato il terremoto, ma la mancata esecuzione di una serie di interventi necessari per rinforzare la struttura, invece, mai fatti nel corso degli anni, è stato forte".
Antonietta Centofanti, zia di Davide Centofanti, l'universitario vastese tra le otto vittime del crollo del palazzo di via XX Settembre a L'Aquila, dopo il terremoto del 6 aprile 2009, commenta così il riscontro dell'ultima udienza del processo in atto nel capoluogo abruzzese. Il super perito Gabriella Mulas ha sostenuto che "il terremoto di due anni e mezzo fa non è stata unica causa che ha comportato il crollo della Casa dello Studente. Il terremoto è risultato compatibile con le regole di costruzione dell'epoca, ma se l'edificio fosse stato sistemato, adeguato e curato negli anni, in relazione alle leggi che si sono succedute, lo stabile non sarebbe crollato".
Dichiarazioni che hanno risvegliato nei genitori e nei parenti delle otto giovani vittime di quel palazzo la rabbia e la disperazione per una morte che forse si poteva evitare. "Ha confermato - ha continuato la Centofanti - tranne alcune eccezioni, tutti i capi accusatori".