Corposo il materiale di autodemolizione (sedili, imbottiture, fili elettrici, materiale plastico e pneumatici), trasportato e trattato in un impianto rudimentale di incenerimento, posto sequestro nel Comune di Gissi.
In azione gli uomini del Comando di Gissi del Corpo Forestale dello Stato che, in collaborazione con le Stazioni di Lanciano, Vasto e Atessa, hanno interrotto un'attività di gestione ed incenerimento di rifiuti non autorizzata a Gissi. Le indagini, partite all'inizio del mese di settembre e gli assidui servizi di osservazione, controllo e pedinamento, hanno rivelato agli agenti una ben congegnata attività illecita esercitata da un imprenditore gissano in concorso con un autodemolitore di Ortona. Il primo, con un autocarro, prelevava balle di "car-fluff", ovvero lo scarto che si origina dalle operazioni di recupero delle carcasse di auto (plastiche, tessuti, imbottiture, etc.) presso l'autodemolitore di Ortona per poi trasportarli e stoccarli in un'area di sua proprietà in contrada Terzi. I rifiuti, successivamente caricati all'interno di un cassone scarrabile, venivano nottetempo bruciati. La combustione serviva a smaltire i rifiuti, costituiti principalmente da sedili integri di autoveicoli, pneumatici con cerchi, fili elettrici e ad estrarne le parti in metallo in seguito vendute come rottami di ferro presso una ditta autorizzata di San Salvo.
In questo modo l'imprenditore di Gissi conseguiva un profitto attraverso una gestione di rifiuti (raccolta, trasporto, stoccaggio e smaltimento con incenerimento) completamente illegale, mentre l'autodemolitore di Ortona, eliminando illecitamente il "car-fluff", riduceva sensibilmente i costi aziendali necessari per smaltire legalmente i propri rifiuti. "Le operazioni di incenerimento - si legge in una nota della Forestale - venivano eseguite nella totale indifferenza circa gli effetti negativi (produzione di diossine) sull'ambiente e sulla salute dei residenti nella zona. Il 'car-fluff tal quale' infatti, deve essere conferito in discarica dal momento che le sperimentazioni sul suo utilizzo come carica combustibile per cementifici e termovalorizzatori hanno dato esito negativo a causa della formazione di fumi e gas tossici e dell'elevato quantitativo dei residui della combustione contenenti, fra l'altro, anche metalli pesanti e sostanze nocive".
L'area ed i mezzi adibiti alle attività illecite sono stati posti sotto sequestro preventivo ed i due imprenditori, in concorso tra loro, denunciati per i reati di attività di gestione di rifiuti non autorizzata e attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti.