Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Sevel, Marchionne attacca i lavoratori e la Fiom non ci sta

L'ad Fiat: 'Stiamo cercando di far fare straordinari ma il 20% degli addetti non si presenta'

Condividi su:
"Stiamo cercando di far fare straordinari alla Sevel in Val di Sangro e più del 20% dei lavoratori non si presenta a lavorare perché ci sono regole sindacali che danno loro il diritto a non venire. Io però non posso vendere l'80% di un furgone. Questa non è un'espressione di democrazia, è anarchia industriale". E' la frase che Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, ha espresso riguardo la situazione della Sevel di Atessa e che ha mandato su tutte le furie i rappresentanti della Fiom abruzzese. Affermazioni pronunciate da Marchionne sul palco dell'Unione industriali di Torino per cercare di scrollarsi da dosso l'etichetta di 'antiitalianità' che gli era stata appioppata nei giorni scorsi. Dichiarazioni alle quali ribatte, senza troppi giri di parole, la Fiom. "Ricordiamo a Marchionne - ha replicato Marco Di Rocco - che, grazie al sudore di oltre 6mila lavoratori questa fabbrica risulta essere la più produttiva del gruppo Fiat con oltre 1050 veicoli prodotti al giorno e, con un utile netto d’esercizio di diversi milioni di euro. In Sevel non regna nessuna “anarchia industriale” in quanto, tutti i lavoratori sono legati a dei tempi di produzioni e a saturazioni di quasi il 100%". Dichiarazioni che la Fiom ritiene ingiuste perché "in Sevel i lavoratori non hanno tempo neanche per respirare. Usando una giusta metafora e, fatte i dovuti distingui, a praticare l’anarchia industriale è lui e la Fiat perché si rifiuta di applicare il contratto nazionale del lavoro, le leggi di questo paese e le regole comuni. La pratica lui visto che non paga il saldo del pdr, aumenta i ritmi di lavoro a dismisura, esce da Confindustria, da il premio solo a chi dice lui, cambia il contratto a tutti i lavoratori Fiat, rende schiavi tutti i lavoratori, non produce nuovi modelli in Italia, si prende i soldi della cassa integrazione". "Noi non siamo il nemico - ha poi precisato Marchionne rivolgendisi al sindacato - e non possiamo continuare a fare le guerre. Quando i lavoratori scelgono, quelle scelte devono essere finali. Chrysler quest’anno farà 2 miliardi di utile operativo e noi stiamo ancora discutendo con la Fiom se possiamo produrre motori a Mirafiori nel fine settimana. Ci dobbiamo solo vergognare". Per il vertice dell'azienda torinese la posizione del sindacato della Cgil è "preconcetta, anacronistica e politica".
Condividi su:

Seguici su Facebook