Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Questione centrale a biomasse a Punta Penna, la posizione della 'Istonia Energy'

Ricostruito l'iter per l'autorizzazione all'impianto

Condividi su:
Dalla 'Istonia Energy', promotrice del progetto di realizzare una centrale a biomasse nell'area di Punta Penna, riceviamo e pubblichiamo. "Il Comune di Vasto non aveva motivo di astenersi dall'esprimere il parere richiesto sul progetto presentato dall'Istonia Energy. Per il primo cittadino si è trattato di un atto dovuto, nel rispetto della legislazione nazionale ed in conseguenza dei pareri espressi da ben sette organismi, tra cui Regione Abruzzo e Arta in primis. Il Comune di Vasto, inoltre, era nell'impossibilità di astenersi anche in relazione alla qualità tecnica del progetto, corredato da crismi migliorativi e di minor impatto rispetto il progetto già autorizzato nel 2007, giustificati anche dalla contiguità del sito di area industriale alla Riserva e alla Zona SIC. La Istonia Energy, pertanto, in relazione alle notizie riportate dai mezzi di informazione, sente il dovere di fornire chiarimenti anche in merito agli iter autorizzativi che hanno portato al rilascio dell'Autorizzazione Unica della Regione Abruzzo. Va ricordato che l'impianto era già stato autorizzato dalla Regione - Servizio Politica Energetica nel 2007; in questa versione originaria si prevedeva un unico motore (Wartsila 12V32) da 4 MW, con unico camino di espulsione fumi, alto ben 25 metri. Successivamente, nell'ottica di ridurre l'impatto e migliorare l'efficienza ambientale, il progetto modificato subisce un nuovo esame e, infine, autorizzato per la seconda volta. Il nuovo Progetto autorizzato prevede: - n.4 motori da 1MW (anziché uno unico da 4MW); - eliminazione del camino da 25 metri, sostituito da 4 piccoli camini da 10 metri e mezzo, con marmitte insonorizzanti, schermati da una veletta a migliorare l'impatto visivo; - mantenimento del fabbricato di contenimento; - rispetto pieno dei limiti emissivi stabiliti dalla legislazione nazionale e contemplati dall'autorizzazione. L‘energia elettrica verrà prodotta da un generatore azionato dai quattro motori diesel, alimentati da oli vegetali. Il motore diesel può funzionare unicamente con oli vegetali (soia, girasole, colza, palma). Va detto chiaramente che non si tratta di un inceneritore e che il motore non accetta rifiuti in alimentazione. Gli Organismi coinvolti a vario titolo nell’iter autorizzativo che hanno espresso parere favorevole sono stati: Regione Abruzzo, ARTA - Agenzia Regionale Per la Tutela dell’Ambiente, Amministrazione Provinciale di Chieti, Comune di Vasto, Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale del Vastese, Comitato di Gestione della Riserva Naturale di Punta Aderci, Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Chieti, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo, Ministero delle Poste e Telecomunicazioni – Ispettorato territoriale Abruzzo e Molise, Enel Distribuzione SpA. Infine, nell'intento di salvaguardare le aspettative della società civile, verso la quale la Istonia Energy si è mossa con senso di responsabilità e nel pieno rispetto di norme e procedure, va chiarito che se è vero che l’impianto è classificato come “industria insalubre di classe 1°”, è altrettanto vero che tale denominazione è contemplata da una normativa ormai superata perché, all’epoca della sua emanazione, non prevedeva tipologie impiantistiche utilizzanti fonti di energia rinnovabili, ovvero oli vegetali puri non modificati chimicamente, come previsto dalle normative, com'è nel caso degli impianti della "Istonia Energy". Tra l’altro la società sta lavorando all'avvio di una filiera corta per la coltura di piante oleaginose con la possibilità, quindi, di approvvigionarsi in ambito locale. Tali impianti che - si ribadisce- hanno superato favorevolmente le valutazioni degli organismi competenti, si alimenteranno esclusivamente di materiale che nulla ha a che fare con i combustibili fossili. Il fatto poi che l’azienda rientri tra quelle indicate come “industria insalubre di classe 1°” obbliga solo alla localizzazione dell’impresa lontana dai centri abitati, giusto quindi l’ubicazione in zona industriale. Essere classificata “industria insalubre di classe 1°” non è sinonimo di minaccia nociva, se si pensa che rientrano in questa tipologia, solo per fare alcuni esempi, le macellerie che lavorano la carni e gli insaccati, un semplice maneggio o una carrozzeria".
Condividi su:

Seguici su Facebook