Arriva dalla Provincia di Chieti un deciso ‘no’ alle ispezioni sismiche per la ricerca del petrolio nel mare antistante la Costa Teatina.
La richiesta di non rilasciare parere positivo alle richieste delle varie multinazionali con le ‘mire’ sul mare locale è stata avanzata dalla Provincia al Ministero dello Sviluppo economico, che sta valutando, in questo ultimo periodo, una domanda presentata dalla ‘Spectrum Geo ltd’ per eseguire, con la tecnica dell'”air gun”, le ricerche di giacimenti di idrocarburi. Le osservazioni dell’Ente sono indirizzate anche al Ministero dell'Ambiente e al Parlamento Europeo, oltre che al presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi.
In prima fila a sottolineare i rischi sulla tecnica dell'”air gun” (che consiste nello sparare fortissimi getti di aria compressa verso il fondale marino e studiare le onde riflesse per capire se nel sottosuolo si trovano strati di roccia contenenti il petrolio) sono da tempo numerose associazioni e ambientalisti ed in particolare la prof.ssa di origini abruzzesi ora a Los Angeles Maria Rita D’Orsogna. I rischi annunciati, nello specifico, riguardano la sopravvivenza della fauna marina. “La nostra amministrazione – ha evidenziato il presidente Enrico Di Giuseppantonio - come ha fatto sin dal suo insediamento continuerà a perseguire la tutela del territorio e del mare. La pesca è uno dei fiori all’occhiello della nostra economia, assieme all’agricoltura e al turismo. Il nostro mare non può tollerare la presenza di ulteriori impianti estrattivi e per questo riteniamo che coloro che hanno il potere di decidere, debbano dire no a questo progetto. E’ anacronistico pensare di sfruttare l’Adriatico per produrre una piccola percentuale del fabbisogno nazionale di petrolio con pochissimi vantaggi per la collettività mentre bisogna investire nel turismo, nella pesca e nella difesa della Costa Teatina".