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Senologia e terapie: il percorso attivato dalla Asl Lanciano-Vasto-Chieti

Tra prevenzione, lavoro in team e specializzazione

a cura della redazione
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Più casi di lesioni precliniche, maggiore impiego della radioterapia intraoperatoria, più ricorso alla day surgery, possibile utilizzo degli ultrasuoni a scopo terapeutico: è questo lo scenario del prossimo decennio disegnato, in riferimento al tumore alla mammella, dal professor Paolo Veronesi. Il responsabile della Senologia dell’Istituto Europeo Oncologico (IEO) di Milano è intervenuto al convegno che si è svolto a Chieti per iniziativa della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, in collaborazione con l’Università d’Annunzio. L’evento è stato promosso per presentare il percorso clinico dedicato al tumore al seno, attivato dall’azienda sanitaria attraverso un’organizzazione che mette insieme diverse professionalità: anatomopatologo, chirurgo, radiologo, oncologo, radioterapista, case manager valutano congiuntamente ciascun caso e indicano la modalità di cura più efficace, dalla possibilità di intervento alla chemioterapia alla radioterapia, fino a gestirne anche i controlli successivi alla guarigione. Nell’agosto 2010 è stato attivato un percorso dedicato al tumore alla mammella e che ha già prodotto i primi soddisfacenti risultati. Nel corso del convegno, infatti, è stata presentata l’attività svolta dal Gruppo interdisciplinare cure oncologiche (GICO) che in un anno ha preso in carico 395 donne, da agosto 2010 ad agosto 2011. Di queste, 174 provengono da altre Asl. L’approccio multidisciplinare al tumore alla mammella ha prodotto anche buoni risultati in termini di diminuzione dei tempi di attesa: si è ridotto di 15 giorni, infatti, da 60 a 45 giorni, il tempo medio per sottoporsi a un intervento dopo la diagnosi. Così come si sono accorciati a otto giorni i tempi per la prima visita oncologica dopo la diagnosi e per l’esame istologico. Dopo l’introduzione ai lavori del professor Umberto Veronesi, intervenuto in collegamento video, sono stati presentati i risultati raggiunti nella cura di questa patologia grazie alle nuove tecniche diagnostiche e terapeutiche, con un forte richiamo all’importanza della prevenzione: «Non è solo grazie alla ricerca che oggi sono elevatissime le possibilità di guarigione per la gran parte dei tumori al seno – ha sottolineato Paolo Veronesi –, perché la prevenzione resta un passaggio fondamentale. Se sono aumentate le possibilità di cura è anche perché riusciamo a trattare tumori quando sono ancora allo stadio iniziale». Di qui, dunque, l’invito a investire sempre più sugli screening e sui controlli mammografici in generale, rivolto alle numerose donne presenti in platea, sollecitate a sottoporsi autonomamente agli esami diagnostici in mancanza di specifiche campagne di prevenzione. Un appello al pubblico femminile è stato rivolto anche dalla senatrice Laura Bianconi, componente della Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, secondo la quale per combattere il tumore al seno occorre poter fare affidamento su centri in grado di gestire tutte le fasi della malattia, evitando di rivolgersi a unità generiche con il rischio di ricevere trattamenti non adeguati. «Le breast unit rappresentano l’obiettivo cui il Servizio sanitario nazionale deve mirare – ha detto la senatrice Bianconi –. Entro il 2016 dovranno essere attivati centri di riferimento per la Senologia in cui sono concentrati volumi di attività elevati, che rappresentano una garanzia di qualità nell’assistenza ricevuta. La Asl sta andando in questa direzione, poiché ha già costituito da un anno un team pluridisciplinare in grado di affrontare al meglio la patologia, rispetto alla quale la capacità del singolo non è più sufficiente». «La nostra azione – ha sottolineato il direttore generale, Francesco Zavattaro – si concretizza attraverso l’impegno costante nella realizzazione di una rete integrata di servizi, in grado di fornire risposte adeguate ai bisogni di salute e di qualità della vita. Così come è fondamentale il ricorso a modelli di erogazione dei servizi basati sulla specializzazione e sull’eccellenza professionale e organizzativa. Tutto questo senza trascurare l’orientamento all’umanizzazione delle cure e alla presa in carico dei pazienti e delle donne in particolare».
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