Riceviamo e pubblichiamo da Mauro Di Pietro, dell'Ufficio Stampa e Relazioni Esterne della Puccioni spa di Vasto.
Ci spiace apprendere, dal referente dell’Associazione Porta Nuova, una interpretazione dei progetti in itinere della Puccioni Spa, del tutto singolare e non rispondente ai valori ambientali e sociali a cui si ispirano.
La centrale a biomasse è in realtà un impianto di cogenerazione in cui, oltre alla produzione di energia elettrica, attraverso l’impiego di fonti rinnovabili, si andrà a recuperare energia (calore) per convogliarla nel sistema produttivo dei concimi, eliminando l’utilizzo di fonti fossili energetiche. Un progetto che ha ricevuto il plauso da molti organismi tecnici e che, di fatto, anticipa nuovi indirizzo comunitari.
Il progetto Recogen è uno dei sei impianti in Italia che ha ricevuto, per qualità ambientale e valore innovativo, il finanziamento a fondo perduto dall’UE, nel quadro del programma Ecoinnovation. Il progetto propone un processo in grado di recuperare, dai bagni galvanici, i solfati per l'industria dei fertilizzanti e, al tempo stesso, rigenera l’acido cloridrico che potrà tornare ad essere impiegato nelle stesse aziende di trattamento dei metalli. Questo consentirà la valorizzazione economica dei rifiuti (da scarto a risorsa), evitando gli impatti negativi sull'ambiente e sulla salute umana, e contestualmente il conferimento in discarica dei liquidi industriali. Recogen è un vanto per l’azienda di Vasto e per la sua politica ambientale, al punto che se la Puccioni riuscirà a rendere il processo un modello di riferimento accettato dal settore siderurgico, l’UE lo promuoverà per una diffusa adozione del riciclaggio, quale nuovo modo di pensare e agire tra le imprese. Va detto chiaramente che si tratta di un ciclo chiuso a emissioni zero.
La Puccioni spa ritiene qualificanti e di grande valenze i progetti in cantiere, sicuramente non lesivi del pregio ambientale. Le iniziative fanno perno sull’impiego di risorse energetiche rinnovabili e su processi innovativi.