Il documento di 'censura' elaborato ed approvato nel corso del Consiglio comunale di ieri per alcune dichiarazioni dell'assessore regionale Mauro Febbo, appena dopo la notizia del rinvio ad un'ulteriore seduta dell'assise civica dei provvedimenti sulla perimetrazione del Parco Nazionale della Costa Teatina, al centro di tre interventi, che di seguito riportiamo, di Davide D'Alessandro, consigliere di Alleanza per Vasto, di Progetto per Vasto a firma del capogruppo consiliare Massimo Desiati e del coordinatore cittadino di Alleanza per Vasto Francescopaolo D'Adamo.
Scrive D'Alessandro: "Che cosa mi ha indotto a chiedere, durante l’ultimo Consiglio, di scrivere e far approvare un documento di censura nei confronti di Mauro Febbo? La difesa dell’Istituzione e della Città . A nessuno può essere consentito di entrare a gamba tesa sull’aula Vennitti, di screditare il lavoro che 24 consiglieri comunali, il sindaco e la giunta stanno facendo per ricercare il più ampio consenso possibile sulle zone da destinare al Parco della Costa Teatina. A nessuno può essere consentito di mettere in dubbio la richiesta che la nostra città sente di fare, cioè che le sia assegnata la sede dell’Ente Parco. Perché noi il Parco lo vogliamo davvero (al contrario di Febbo, che prima non lo vuole, poi lo vuole a isole, poi leopardato), ma vogliamo anche che sia Vasto, per gli indiscutibili requisiti che possiede, ben enunciati dal sindaco durante il suo intervento, a recitare un ruolo determinante. La nostra città non è figlia di un dio minore. Da oggi, dall’approvazione di quel documento di censura, sappiamo meglio chi siamo e che cosa vogliamo. Non è stato un problema di destra, sinistra e centro. C’era qualcosa di più importante da tutelare rispetto alle sigle e alle appartenenze. C’era la sacralità della nostra Istituzione, c’era il rispetto che non può mai venire meno verso Vasto e tutti i suoi cittadini. Io sono grato a chi ha alzato la mano e detto sì alla censura, dispiaciuto per chi ha ritenuto di tenerla in tasca".
Desiati: "Progetto per Vasto giudica inopportuna e capziosa la dichiarazione rilasciata, nella giornata di ieri, dall’Assessore regionale all’Agricoltura Mauro Febbo, in ordine all’ipotesi di rendere la città di Vasto sede del Parco della Costa Teatina, laddove sottolinea: 'La mancanza di decisione sul perimetro da parte dell’Amministrazione comunale dimostra la impossibilità di costruire le basi sulle quali poggiare un qualsiasi tipo di progetto che riguardi o meno il Parco' (addirittura 'che riguardi o meno il Parco'! Come se Vasto dovesse scomparire dalla cartina geografica regionale!). Infatti il Consiglio Comunale, nonostante la sua maggioranza non sia stata ancora in grado di formulare una proposta condivisa o condivisibile in ordine alla perimetrazione del Parco, dimostrando di non aver affatto le idee chiare, è alla ricerca, entro la scadenza del 30 settembre, di una soluzione che salvaguardi le aree naturalisticamente sensibili ed al tempo stesso valorizzi, anche in termini di marketing territoriale e turistico, così come richiesto da Progetto per Vasto, la fascia costiera vastese. Sul tema, Progetto per Vasto ha presentato le proprie proposte a differenza di altri gruppi di opposizione e della stessa maggioranza, la cui immagine, nonostante il comprovato balbettìo, è stata, così, fortuitamente rilanciata proprio dalle dichiarazione di Febbo.
L’occasione è propizia per stigmatizzare l’atteggiamento politico della Regione che, in occasione della individuazione del presidente del Tavolo di coordinamento per il Parco della Costa Teatina, ha scelto l’assessore alle Politiche agricole, Sviluppo rurale, forestale, Caccia e Pesca e non, come sarebbe stato ovvio ed opportuno, il collega con delega alla Tutela, valorizzazione del paesaggio e valutazione ambientale; Conservazione della natura e APE; Pianificazione territoriale. Una scelta chiaramente di tipo elettoralistico e non amministrativo determinata da collegio elettorale di appartenenza dell’assessore Febbo".
Francescopaolo D'Adamo (ApV): "Come vastese mi sento 'toccato' dall’intervento di Febbo il quale, con strano tempismo, interviene durante lo svolgimento del Consiglio comunale. Bisogna tuttavia rilevare che è troppo facile adesso, lasciarsi andare a sterili protagonismi o inutili isterie in un Consiglio comunale teletrasmesso. A cosa serve ora dare la caccia al disfattista, al nemico di Vasto, quando quello che si dice è vero? Voi dite che abbiamo forze che remano contro Vasto? E complimenti per lo spirito di osservazione! E come la volete difendere Vasto? Uno solo era l’adempimento che l’Amministrazione comunale aveva da assolvere. Non è riuscita a fare neanche quello. Una maggioranza lacera e raccogliticcia, a tempo scaduto, non è riuscita a fornire ancora una bozza di perimetrazione del Parco da valutare. Allora come faccio a prendermela con un 'nemico', quando in realtà il 'vero nemico0 ce l’abbiamo dentro casa. Del nemico esterno non ho mai avuto paura, ma dei vastesi che dovrebbero difendere Vasto, e che alla prova dei fatti non ne sono capaci, ne ho molta. Da quando nel 2008 l’Amministrazione comunale ha aderito al progetto del parco, tutto è rimasto nel 'limbo'. E adesso frettolosamente, troppo frettolosamente, si dovranno prendere decisioni delicatissime per Vasto ed i vastesi. Dove sono gli studi? Dove le analisi e valutazione socio economiche che portano ad una scelta piuttosto che un’altra? Niente, niente di niente. Purtroppo non è la prima volta che lo rileviamo".