Rifacimento della rete fognante e proposte di dismissioni, la questione delle risorse e la ridistribuzione degli incarichi direttivi dei dirigenti comunali con la creazione di nuove posizioni organizzative, impegni concreti in ogni settore e la decisione di investire nel sociale ma, soprattutto, la definizione dei confini del Parco Nazionale della Costa Teatina al centro del vertice di maggioranza che, ieri, ha visto esecutivo, consiglieri comunali e segretari dei partiti della coalizione incontrarsi per una 'full immersion' analitica e programmatica nelle campagne di Scerni.
Un confronto andato avanti sino alle 21.30 e sul quale tutti hanno espresso giudizi positivi.
“Sono molto soddisfatto – ha commentato il sindaco Luciano Lapenna- perché abbiamo fatto un buon lavoro”. La questione del Parco, che sta dividendo la politica abruzzese è stata sempre in primo piano. Dall’Italia dei Valori la proposta che ha aperto il dibattito, una mediazione tra l’idea di Parco lanciata dal Pd, ribattezzata “la sottiletta”, e quella avanzata da Sel e Rc, sempre decise ad ampliare i confini il più possibile. Alla fine si è trovata la quadra su di una perimetrazione che vede inserita nel Parco tutta la fascia costiera sino a cinquecento metri dalla spiaggia, ricomprendendo area Sic, Riserva di Punta Aderci, le zone 'rosse', ad alto rischio idrogeologico, che corrono al di sotto dei costoni. Escluso il porto di Punta Penna e le aree industriali. Bocciata la proposta di inserire nell’area Parco anche la collina di Montevecchio. Da Sel e Rc l’invito ad inserire anche il centro storico, ma la proposta non ha trovato pieno accoglimento.