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Perimetrazione del Parco: dal tracciato ferroviario alla linea del mare

La posizione di Progetto per Vasto

a cura della redazione
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"I luoghi da ricomprendere sono quelli tra il tracciato ferroviario e la linea del mare che sono già stati individuati quali meritevoli di protezione naturalistica, vale a dire quelli che la Legge regionale ha già ricompreso nella Riserva naturale di Punta d’Erce e quelli denominati SIC dalla normativa comunitaria. Tutto il resto del territorio comunale deve restare fuori dai confini del Parco": è questa la posizione di Progetto per Vasto, espressa dal capogruppo in Consiglio comunale Massimo Desiati e dal coordinatore cittadino Valerio Ruggieri, relativamente alla questione, tanto dibattuta ultimamente, della perimetrazione del Parco Nazionale della Costa Teatina. "Mentre la maggioranza che amministra la città è alla ricerca di una posizione che superi imbarazzi interni, mentre il Pdl assume posizioni attendiste ricorrendo a fantasiose ipotesi di referendum, dopo il trascorrere dei tanti anni in cui i propri rappresentanti nazionali abruzzesi ben avrebbero potuto intervenire per modificare la legge istitutiva senza dover, oggi, ricorrere ad incredibili contorsionismi, Progetto per Vasto è ben chiaro nelle proprie proposte per la definizione dei confini del Parco, atte ed evitare la nomina di un commissario ad acta e a restituire centralità di azione al Comune di Vasto. Questo Parco - aggiungono Desiati e Ruggieri - è stato istituito nel 2001, con una norma inserita in un più vasto articolato legislativo, senza alcun confronto politico né, tantomeno, tale da coinvolgere le popolazioni residenti. Vien da pensare sia stata idea più imposta da motivi ideologici, che a serie ragioni afferenti la protezione e la valorizzazione dei territori interessati. Dopo 10 anni dalla sua istituzione, non è dato sapere quali siano le specie di flora e fauna da proteggere e né si è proceduto alla verifica delle attività economiche ricadenti nella supposta area interessata. Si arriva, inoltre, ad una scadenza, quale quella relativa alla definizione dei confini, all’ultimo momento, nonostante ci siano stato molto tempo per parlarne e valutare. Ci si arriva in un tempo talmente limite da far presagire la nomina di un commissario ad acta. Nonostante questo, considerando validi i presupposti propri del marketing turistico e della valorizzazione, proprio in chiave turistica, che ne può derivare, Progetto per Vasto si è dichiarato favorevole, fin dal programma elettorale presentato, al decollo di questo nuovo Parco e vorrebbe poter restare di questo avviso. Il problema è oggi quello della definizione dei confini che il Parco dovrebbe avere: c’è chi li vuole i più ampi possibile, chi i più ridotti. Ci chiediamo: ma un’area ad alta valenza naturalistica non è tale per biotopi o, comunque, specie di flora e fauna da proteggere? Ed allora i confini non sono delimitati da queste presenze? E considerando le attività economiche, che pur è indispensabile continuare a svolgere, non si dovrebbero compenetrare le diverse esigenze? Le scelte per il territorio, inoltre, spettano agli enti locali, al Comune e non a chi dovesse essere chiamato a gestire, come fosse per delega (Ente parco), quelle aree. E poi il discorso della 'cementificazione'… Questa si impedisce, nei suoi tratti speculativi ed esasperati, con un serio Piano regolatore, con il Piano paesistico, finanche con un Piano di Assetto idrogeologico ma non istituendo un Parco. Se questo accadesse, sarebbe una dichiarazione di incapacità ad amministrare urbanisticamente un territorio! Resta, poi, tutta la problematica legata al Piano di Assetto Naturalistico del Parco ma questa è materia successiva e sulla quale meriterebbe la pena aprire, finalmente, un vero dibattito - concludono - con la partecipazione degli enti locali, categorie economiche, ed associazioni titolate. La gestione del Territorio è cosa seria e non può esser preda di convulsioni ideologiche o interessi di parte".
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