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Pronto Soccorso del 'San Pio': tra tempi lunghi di attesa, troppi utenti e spazi insufficienti

Amato (consigliere Pd e primario): 'Va rivista l'organizzazione'

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Riflettori nuovamente accesi sulle interminabili code al Pronto Soccorso dell’ospedale di Vasto. La denuncia, questa volta, viene da Stefano Moretti. “Ho accompagnato in ospedale mia figlia, che ha 9 anni. Aveva dei dolori addominali e, per paura che fosse un blocco intestinale, ho deciso di portarla al Pronto Soccorso. Arrivati al 'San Pio', abbiamo staccato uno dei tagliandi su cui sono stampati i numeri progressivi in base ai quali vengono effettuate le visite. C’erano persone che si stavano sentendo male, allungate sulle barelle. Possibile che non venga data priorità ai casi più delicati? Se una persona ha un forte malore ma è arrivata dopo altri è costretta ad aspettare. Non siamo mica al supermercato. Scriverò al Manager Asl Francesco Zavattaro. Non è così che si garantisce un servizio adeguato ai cittadini che hanno bisogno di assistenza – ha concluso Moretti -. Mia figlia ha aspettato un ora e tre quarti prima di poter essere visitata”. E non le è andata tanto male, commentiamo noi, senza nulla togliere alla gravità della denuncia di Moretti. Ma il problema è sicuramente più ampio di quanto suggerito dagli estenuanti tempi di attesa. “Per il Pronto Soccorso andrebbe rivista tutta l’organizzazione – afferma Maria Amato, consigliere comunale del Pd e primario di Radiologia al 'San Pio' –. Andrebbe valutata l’ampiezza dell’incremento dell’utenza che si confronta con servizi sottodimensionati e che vanno in sofferenza in estate. Il Pronto Soccorso – prosegue la Amato – è una sorta di collo di bottiglia cui accedono moltissimi pazienti, molti in più di quanti dovrebbero. Da qui la necessità di investire per accrescere la cultura sanitaria della popolazione. Infatti, l’eccessiva utenza rappresenta il risultato di una scarsa integrazione nel rapporto tra ospedale e territorio”. Potenziare ulteriormente il servizio nel periodo estivo potrebbe essere utile a ridurre le attese? “Esistono evidenti problemi strutturali. Nel Pronto Soccorso del 'San Pio' non ci sono gli spazi sufficienti per le visite – evidenzia la dottoressa Amato – e l’organizzazione dei servizi sul territorio che andrebbe ripensata”. Da qui la proposta di attivare al Distretto un poliambulatorio solo per i codici bianchi, in accordo con i medici di medicina generale; il potenziamento dei servizi di diagnostica sul territorio ma anche l’attivazione di un servizio di teleradiologia; l’attuazione di un Piano, da attuare nel periodo di maggior afflusso turistico, che possa contare su di una vera postazione di pronto intervento garantita dal 118.
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