Ristrutturare il San Pio da Pietrelcina. E' questa, secondo i rappresentanti vastesi dell'Italia dei Valori, la ricetta perfetta per contenere i costi della sanità. La costruzione di un nuovo ospedale a Vasto, invece, sarebbe vista come una "grande speculazione edilizia".
Il parere è stato espresso nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Alfonso Mascitelli, Carlo Costantini, Augusto Di Stanislao e Paolo Palomba.
"Abbiamo ancora in Abruzzo - afferma Costantini - una eccedenza di circa 500 posti letto pubblici. Se un posto letto per acuti in una struttura ospedaliera “a norma” ha bisogno di una superficie di circa 200 mq, dover tagliare 500 posti letto vorrebbe dire avere una eccedenza potenziale di superfici disponibili nelle strutture ospedaliere esistenti di circa 100mila metri quadri. Di conseguenza si avrebbero ampie possibilità di recuperare enormi spazi nelle strutture esistenti, per ammodernarle e renderle ancora più accoglienti ed efficienti.
Dopo aver scritto nei suoi stessi atti di programmazione che deve chiudere ancora 500 posti letto nel pubblico - continuano i rappresentanti dell'IdV - ora vuole bruciare tutti i 200 milioni di euro potenzialmente disponibili per i fondi sull’edilizia sanitaria, per costruire ex novo 5 ospedali, quelli di Vasto, Lanciano, Sulmona, Avezzano e Giulianova.
Dovrebbe, però, sapere che si tratta di un obiettivo, prima ancora che assolutamente antieconomico, del tutto irrealizzabile. Solo l’ospedale di Giulianova, con i suoi 220 posti letto per acuti, costerebbe quasi 80milioni di euro che, moltiplicati per i 5 nosocomi fanno 400 milioni di euro.
Un progetto irrealizzabile, che farebbe cambiare idea a chiunque, tranne che a Chiodi, il quale ha pensato di poter rimediare alla indisponibilità del 50 per cento delle risorse che servono a realizzare il progetto, dando mandato ai direttori generali delle Asl di operare una sorta di ricatto alle amministrazioni comunali interessate: se vogliono il nuovo ospedale, non solo devono individuare il nuovo sito nel piano regolatore, ma devono anche cambiare la destinazione urbanistica, gli indici edificatori ed i parametri urbanistici dei siti che ospitano i vecchi ospedali da rottamare".