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Parco Costa Teatina, la Cgil: 'Nessun passo indietro'

L'accusa: 'Regione dal ruolo ambiguo sulla vicenda'

a cura della redazione
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"I fatti che stanno accadendo intorno alla vicenda del Parco della Costa Teatina sono di una gravità eccezionale, soprattutto perché si è consentito alla Regione di svolgere un ruolo di totale ambiguità al punto di arrivare ora a richiedere addirittura l’abrogazione della legge istitutiva del Parco stesso". Ad alimentare ulteriormente il dibattito (e le polemiche) sulla questione della concretizzazione del Parco è Mimì D'Aurora, del Dipartimento Ambiente e Territorio della Cgil-Abruzzo. "Siamo ad una situazione paradossale, grottesca - sottolinea -. La Regione Verde d’Europa, la Regione dei Parchi, modello di riferimento nazionale ed europeo per una politica di integrazione fra sviluppo e conservazione, cioè i temi su cui bisognerà costruire il futuro del pianeta, la nuova green economy, affida all’assessore all’Agricoltura, da sempre dichiaratamente nemico dei parchi ed in questo gli dobbiamo riconoscere coerenza, il compito di coordinare l’acquisizione del consenso fra i Comuni sulla perimetrazione del Parco della Costa Teatina. Ruolo che è stato svolto nel rialimentare tutte le paure ed i luoghi comuni che solitamente si invocano per opporsi ai Parchi. Come chiedere ad un carnivoro di preparare un pranzo vegetariano. Come è stato possibile tutto questo? La rinuncia al Parco della Costa Teatina - aggiunge - sarebbe una sciagura per un territorio di straordinaria valenza naturalistica, ambientale e paesaggistica, che proprio attraverso il Parco troverebbe lo strumento di valorizzazione di queste caratteristiche e quindi di esaltazione delle attività economiche. Tutti i dati nazionali e non solo confermano che è più forte la domanda di turismo in luoghi in cui è possibile dire che qui la natura, il paesaggio, il mare è protetto e grazie a queste caratteristiche i prodotti di quel territorio sono più genuini e quindi maggiormente richiesti. Le attività tradizionali delle aree protette hanno trovato ovunque nuovo impulso e crescita, soprattutto in aree fortemente antropizzate, dove è evidente che le attività dell’uomo fanno parte della storia di quel territorio. Negare il Parco con i suoi strumenti sarebbe una sciagura per l’intero Abruzzo perché indicherebbe l’abbandono di un modello di sviluppo, di una immagine che l’Abruzzo ha nel mondo di regione che ha scelto di coniugare tutela ambientale e sviluppo. L’ultima iniziativa fa venire allo scoperto quello che andiamo sostenendo da mesi e cioè che questa Giunta, attraverso mille atti sta gradualmente demolendo il sistema dei Parchi abruzzesi. La Cgil Abruzzo ritiene necessario fermare questa deriva, perché è evidente che riaprirebbe la strada a tutti i pericoli che pesantemente incombono su questa regione ed in particolare sulla provincia di Chieti, a partire dal Centro Oli e alle attività estrattive in terra ed in mare, senza escludere la pressione del cemento lungo la costa. Lo diciamo - conclude - da organizzazione sindacale che ha a mente la qualità dello sviluppo di questa regione, l’occupazione e la qualità della vita e dell’ambiente in cui vivranno i nostri figli".
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